Poco sonno e poca palestra
sono i motivi principali che spingono i neopapà a rivolgersi al chirurgo
estetico
Negli Stati Uniti cresce il
numero dei padri che chiede al chirurgo piccolo ritocchi estetici.
Per rimediare, dicono allo
stress da bebè
di Laura Laurenzi
La moda viene dagli Stati Uniti e non è detto
che prenda piede anche in Italia (la speranza è l’ultima a morire, ma anche
il buon senso). Lo chiamano daddy
makeover e indica la risistemata estetica cui i neopadri si sottopongono per
porre rimedio allo stress e alla
mancanza di sonno che l’arrivo di un bebè comporta in famiglia. E noi, stupide,
che pensavamo fosse la mamma a rimetterci di più dal punto di vista della
stanchezza e delle notti in bianco, al netto dei nove mesi di gravidanza.
Gli americani, si sa, fanno le cose in grande
e il narcisismo si conferma un business imponente: la Società americana di
chirurgia plastica ha già messo a punto i consigli per i trattamenti ad hoc
mirati a quei neopapà su cui l’arrivo del neonato abbia lasciato il segno:
rughe premature, poco tempo per la palestra, chili in più. Il protocollo
prevede cure intensive a base di filler e di botulino, peeling chimici per
ringiovanire la pelle, liposuzione per gli accumuli di grasso soprattutto
sull’addome e sui fianchi, minilifting strategici.
Tutto questo attecchirà anche da noi?
Tranquilli. Per ora, molto cautamente, comincia a prendere piede il mommy
makeover: sempre più donne chiedono di eliminare gli inestetismi lasciati dalla
gravidanza, che in alcuni casi possono essere molto evidenti al di là delle
normali smagliature.
Certo a una donna che rischia la depressione
post partum fra biberon, tiralatte, coliche del bambino, notti insonni,
rigurgiti e cataste di pannolini manca solo un marito che una mattina esca di
casa dicendo: «Cara,
vado dal chirurgo plastico a fare un minilifting e una
liposuzione, ne ho proprio bisogno».
Dolce Vita, 19 luglio 2013,
pag, 79
Nessun commento:
Posta un commento