Una famiglia torinese
racconta il suo record: “E forse ci sarà anche un nuovo arrivo”
di Emanuela Minucci
La foto di famiglia, alla fine, è quella che
fa meno effetto. Sembra uno di quegli scatti fatti con il cellulare la sera di
Natale, quando nipotini e cuginetti hanno smesso di litigare e si stringono a
braccia conserte sul divano in pelle: sette bambini sorridenti e vestiti a
festa, dai dodici anni del più grande ai due giorni del più piccolo. Manfredi,
che trova nell’abbaglio del flash il suo primo motivo di disperazione.
Poi però, se ci si sposta nella loro
cameretta, e ci si chiede se per caso in quell’assolato appartamento torinese
di Borgo San Paolo (ex quartiere operaio, quello a più alto tasso di anziani -
paradossalmente - della città) abbiano aperto un micro-nido comunale: montagne
di bambole, macchinine, casette in Lego, peluche grandi e mignon, calamite
multicolore e da collezione, giochi elettronici, lavagne magnetiche, adesivi,
vecchie playstation, puffi, power rangers, zainetti in fila indiana come agli
ingressi degli asili. Ere geologiche di giocattoli ereditati da parenti o
fratelli maggiori. Seggioline colorate dell’Ikea, pouf, metri incollati alle
pareti per misurare l’allegro lievitare dei bambini. E allora si comincia a
intuire che quella famiglia extra-large, mamma, papà - e il coraggio di mettere
al mondo sette figli con uno stipendio solo - esiste sul serio. Certo, lo
stipendio del babbo è ragguardevole (consulente del lavoro, guadagna 6500 euro
al mese), ma almeno 3500 se ne vanno per i figli e altri mille per il mutuo.
E una cosa è certa: questi genitori alfa
ragionano al contrario di chi fugge dal proprio Paese per non pagare le tasse:
hanno messo al mondo una prole da record in 12 anni di matrimonio e non pensano
neppure per sogno di trasferirsi per esempio in Francia «anche se lassù le
tasse ce le pagherebbe per intero lo Stato», dice il marito. Che aggiunge:
«Spesso ci andiamo per fare le spese grosse e comprare le medicine: risparmiamo
fino alla metà».
Ma che cosa spinge una coppia normale (45
anni a testa) monoreddito a mettere al mondo una squadra di pallanuoto? Carlo
Tango e Alessia Curti (ex fisioterapista ora mamma a tempo pieno) rispondono –
in stanze diverse - allo stesso modo: «Amiamo essere in tanti. E alla fine con
qualche regola salda, la tessera grandi famiglie del Carrefour, un occhio di
riguardo per le offerte, il gioco dell’armadio che ruota di fratello in
fratello, riesci a far funzionare la truppa». Alla mattina si fa come in
caserma. «Cominciamo con l’appello e tirando fuori dal frigo il bottiglione da
cinque litri di latte tappo rosso, e poi il meccanismo si mette in moto: la più
grande mette le scarpe al più piccolo, quello di mezzo cerca di battere il
penultimo nel lavaggio dei denti e alla fine si riesce a portarli tutti
all’asilo e a scuola».
La mamma, che ha partorito soltanto un paio di giorni fa
l’ultimo nato, e che già corre dietro alle scarpe da ginnastica dei suoi
fratelli, ora si dedica «solo» ai bambini. «Ne è valsa davvero la pena», dice
sorridendo mentre culla Manfredi, 3 chili e mezzo, che è entrato in casa –
accolto da un «benvenuto» scritto a pastello e appeso sulla porta dai fratelli
- da appena due ore. I problemi pratici? «Beh, quando hanno poca fame butto giù
un chilo e mezzo di pasta e quando andiamo al supermercato spesso non bastano
due carrelli - risponde mamma Alessia - ma alla fine l’allegria che c’è in
questa casa ci ripaga di tutto. Insomma, è anche un modo per non arrendersi
alla crisi». La «truppa» è lietissima di presentarsi: la primogenita è
Laetitia, 12 anni. Seguono: Carlotta di 10, Victor 8, Tancredi 7, Teodoro 5, Allegra
2, Manfredi due (giorni). Li vedi, e ti viene naturale sommergere la famiglia
di domande: «Quanto costa mantenerli?», «Mai chiesto di fare uno spot?», «Che
auto avete?», «Volete un altro bambino o vi fermate qui?». Nell’ordine: i
piccoli costano dai 400 ai 500 euro a testa al mese, gli spot potrebbero anche
farli, ma nessuno glielo ha mai proposto, l’auto è una Scudo da nove posti, «i
bambini vorrebbero allargare ancora la famiglia e non è escluso».
Forse è dura da credere, ma l’alloggio dei
signori Tango è più ordinato di una clinica svizzera. E i bambini vanno oltre
il giardino del Mulino Bianco. In effetti quei 200 metri quadri da cui si gode
una splendida vista delle Alpi innevate «è una metafora di come vorremmo
funzionassero tutte le famiglie e perché no, il Paese» dice Alessia. Come darle
torto?
Le
regole
«Alla mattina si inizia con
l’appello e la bottiglia di latte»
La mamma
«Ho rinunciato al lavoro, ma
ne è valsala pena»
I
numeri
Lo
stipendio Al mese del capofamiglia, consulente del lavoro
6500
400
Cibo
e vestiti È la spesa media mensile per ogni figlio
3
Latte
I
litri che vengono consumati ogni giorno
20
Yogurt
I barattoli aperti quotidianamente
40
Pasta
I
chili che ogni mese finiscono in pentola
30
Biscotti
Sono
i pacchi consumati ogni trenta giorni
2
Pane
I chili acquistati tutte le mattine
15
Marmellata
I
vasetti necessari per la colazione ogni mese
50
Calze
Le
paia acquistate ogni mese
2
Volte
al giorno
I
lavaggi con la lavatrice da 8 chili
LA STAMPA, 4 febbraio 2013
pag, 21
Lo stipendio Al mese del capofamiglia, consulente del lavoro
RispondiElimina6500
Ah ecco....