Parto record a Torino: quattro gemelli

La coppia ha altri tre figli. I medici: evento raro, un caso ogni 800mila gravidanze

 di Marco  Accossato 

  «Fin dal giorno in cui ci siamo innamorati abbiamo desiderato una famiglia numerosa», confessa Rosaria Curtese con un sorriso che le illumina uno sguardo ancora attonito. Trent’anni, madre di tre bambini di 7, 5 e 3 anni, ha appena dato alla luce quattro gemelli all’ospedale Sant’Anna di Torino.
  «Un evento straordinario - dicono i medici -: i parti quadri gemellari sono rarissimi, uno ogni 800 mila». I bimbi – tre femminucce e un maschietto - sono nati prematuri alla trentesima settimana. Resteranno per qualche tempo nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale materno - infantile, ma stanno bene, respirano senza ausilio delle macchine e si nutrono in parte già del latte di mamma. Il più esile pesa un chilo e 170 grammi, il più grande un chilo e sei etti.
  Per loro, papà Massimo Marzano, 39 anni, e mamma  Rosaria hanno scelto nomi insoliti: Axel, Tracy, Alyssa e Faith. Anche gli altri tre figli più grandi hanno nomi inconsueti: Ethan, Aida e Dilan. «E’ stata una decisione presa insieme - spiega papà -. Anche i nonni sono rimasti sorpresi, ma quei nomi hanno origini e significati importanti. Uno vuol dire “fede”, l’altro “padre della pace”, un altro ancora “solidità e fermezza”... ». Un auspicio.

Sono felici, mamma e papà, mentre attraverso l’oblò dell’incubatrice accarezzano col pollice le manine dei neonati. Ma non è gioia piena:Rosaria non lavora, dovendo occuparsi dei figli a casa, e Massimo, elettricista, è rimasto senza impiego e stipendio dopo il fallimento della sua ditta. Così l’euforia del parto si scontra con la preoccupazione per il futuro: abitano a Brandizzo, in provincia di Torino, aspettano una casa popolare dal Comune. Sette figli sono un impegno che non immaginano, che non avevano messo in conto.
  «Quando, durante una delle prime ecografie, ci hanno detto che si vedevano tre sacche, e che una delle sacche conteneva due embrioni, Rosaria mi ha guardato spaventata. Ma non abbiamo mai pensato né all’aborto e neppure a eliminare uno dei feti», racconta ancora Massimo Marzano.
  Una gravidanza a rischio che Rosaria ha portato avanti con determinazione e senza complicazioni, costretta però a restare immobile a letto l’ultimo mese prima del parto. La mamma è stata seguita dai medici del dipartimento di Discipline ginecologiche e ostetriche diretto dalla professoressa Tullia Todros, mentre i gemellini sono stati trasferiti immediatamente nel reparto prematuri del professor Enrico Bertino, seguiti dalla neonatologa Agata Leone. «Sono bellissimi e siamo felici che siano nati - dice papà -. L’unico rammarico è che il nonno non ha potuto prenderli in braccio». Malato da tempo, nonno Antonio è morto ieri. Di Axel, Tracy, Alyssa e Faith ha visto soltanto le immagini su un telefonino.
La famiglia si allarga Massimo Marzanoe Rosaria Curtese (39 e 30 anni) nel reparto universitario di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Sant’Anna accanto ai 4 gemellini.

La Stampa, 5 ottobre 2011, pag.21

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