Gli italiani hanno un solo modo per sopravvivere: fare tanti figli

  Gentile dott. Farrell, ho letto con interesse la sua risposta di domenica scorsa alla lettrice Elisabetta, 34 anni, che le comunicava la sua scelta di dedicare il proprio tempo alla carriera, e non alla famiglia. La prima osservazione che mi viene spontanea è porle una domanda un po’ ironica: Ma lei è sicuro di essere davvero inglese? Perché le cose che ha scritto in risposta ad Elisabetta, più che da un inglese, sembravano scritte da un uomo siciliano degli anni ’50 o ’60. Anzi, le dirò di più, non posso condividere le sue osservazioni, e le sintetizzo i motivi: ma in un mondo con 7 miliardi di persone, che senso ha fare altri figli? Diamoci una calmata per una ventina d’anni almeno! Crede che la Terra potrà continuare a sfamare tutta questa gente a lungo? Infine, c’è poco lavoro per tutti, ma chi è così folle da mettere al mondo oggi 4-5 figli? Sarebbe forse meglio adottarne, più che farne. Cordiali saluti

Alberto Miatello

  Caro Alberto, Purtroppo ho dovuto tagliare la tua lettera per mancanza di spazio. Yes, Iam english, old rout! (Sì, sono inglese, vecchia trota!).
  Ma nelle mie vene corre non solo il Sangiovese della Romagna (dove abito) ma anche il sangue irlandese. Ho un cognome irlandese. Gli irlandesi, cattolici, si sono sposati nei secoli spesso soprattutto con spagnoli, ma anche con qualche italiano, magari di provenienza siciliana.
  Da giovane mi attirava sempre l’idea di lasciare l’Inghilterra per andare a vivere in un Paese mediterraneo malgrado la mia passione per il cricket. Ho sempre sentito il richiamo del Sud. Il mare limpido (non quello della
riviera romagnola chiaramente!), il vino scuro come il sangue, le donne focose... E hai ragione, mi piacciono un sacco gli anni Cinquanta e Sessanta.
  In sintesi, ho detto ad Elisabetta: la donna che rimane a casa e fa figli e non lavora dovrebbe sentirsi più realizzata, più creativa e più libera rispetto a quella che va a lavorare e non fa figli. Questa non è l’opinione solo di uomini provenienti dalla Sicilia. Poi, ho concluso, dicendo: al giorno di oggi, chiaramente, non è possibile fare così, visto come è organizzata anche dal punto di vista finanziario la società moderna in Occidente.
  Parliamo invece di troppa gente sul pianeta. Sì, certo, ci sono troppi esseri umani in giro, ma non qui in Europa. Anzi. Il tasso di nascita nell’Ue è così basso che la popolazione europea sarebbe in forte calo se non fosse per gli immigrati. In Italia, la coppia media produce solo 1,2 figli ad esempio che è fra i tassi di nascita più bassi nel mondo intero.
  Come cercano di ricordare tutti gli scienziati seri: un Paese dove la popolazione cala non può sopravvivere. Anzi, è destinato a sparire. Nel frattempo, aspettando quel momento, ci sono dei grossi problemi. Ad esempio, in un Paese moderno attrezzato con una medicina sempre più efficace dove i vecchi vivono sempre di più ma dove i giovani sono sempre di meno come si fa a pagare le pensioni?
  Mi dici: «Diamoci una calmata per una ventina d’anni almeno!». No, caro Miatello, no! Dobbiamo fare il contrario! Altrimenti, fra 20 anni ci saranno più stranieri che italiani in Italia. Ti va bene una tale realtà? Non credo. Neanche se tale maggioranza fosse di inglesi. Ma gli inglesi sono pochi in Italia nel bene e nel male, gli stranieri di origini araba e africani tanti.
  Per quanto riguarda il resto del mondo dico solo questo. Non è vero che c’è troppa gente che fa troppi figli in Africa e in India ecc. Il vero problema è un altro. In quei Paesi, i genitori non riescono a sfamare i loro figli, ma in ogni caso che ci facciamo di bello con la vita se non mettiamo al mondo dei figli?

Nicholas Farrell

Libero, 18 settembre 2011, pag,18

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