Più bravi in matematica grazie

 Ai livelli di un ormone materno

Ricerca su quasi 2000 bambini seguiti dalla pancia alle elementari: la mancanza dell’ormone tiroxina in gravidanza crea problemi nelle capacità matematiche 

  Se vai male in matematica è “colpa” di un ormone materno. Uno studio olandese ha esaminato e seguito un gruppo di bambini dalla nascita ai 5 anni riscontrando che, in particolare, la mancanza dell’ormone tiroxina nelle loro mamme durante la gravidanza sarebbe stato poi legato a un ridotto sviluppo cognitivo dei piccoli, specie nelle capacità matematiche.


La misurazione dell’ormone tiroxina
La ricerca, pubblicata sull’European Journal of Endocrinology, condotta dal team di Martijn
Finken del VU University Medical Center ha studiato 1.196 bambini sani, seguendoli dalla nascita a 5 anni. A 12 settimane di gravidanza il gruppo di studiosi ha registrato i livelli di tiroxina materni, mentre in seguito i ricercatori hanno esaminato i risultati dei test di linguaggio e capacità matematiche fatti a scuola. Gli scienziati avevano già scoperto che livelli relativamente bassi dell’ormone tiroxina nelle donne in gravidanza erano legati a un ridotto sviluppo cognitivo dei bambini. Ma finora non era chiaro in che modo questo si riflettesse sulle performance scolastiche.

I risultati dello studio
I figli delle donne con livelli bassi di quell’ormone sono risultati almeno due volte più inclini a prendere brutti voti nei test di aritmetica. Quando i ricercatori hanno tenuto conto dello status socio-economico familiare e dello stato di salute alla nascita, il rischio è sceso un po’: i bambini avevano il 60% in più di probabilità di incappare in un punteggio basso.
Nessun problema, invece, per i test sul linguaggio. «Resta da vedere - afferma Finken - se questi problemi persistono nell’età adulta. E’ possibile che questi bambini beneficino di integratori ormonali per aiutare il loro sviluppo mentale in utero - suggerisce - . Un simile trattamento però è stato tentato in passato, ma non aveva migliorato le abilità cognitive».

Corriere Della sera, 26 agosto 2015, pag


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