Allarme sulle tavole italiane.

Uova, pesce, padelle e contenitori: ecco quali rischi corriamo


Il rischio non è solo microbiologico, ma dobbiamo fare i conti anche col rischio chimico

  "In termini di sicurezza alimentare, il rischio non è solo microbiologico, ma dobbiamo fare i conti anche col rischio chimico, un rischio presente, subdolo, che può presentare problematiche per la salute a lungo termine e in modo non chiaro. Su 38.000 controlli nel settore alimentare quasi 12.500 sono risultati non conformi, 3.000 campioni di alimenti sono stati prelevati laddove c' è stato anche solo il sospetto. La nostra attività si basa molto sull'analisi dei fenomeni: negli ultimi anni, per esempio, si sono moltiplicate le attività commerciali di tipo etnico", spiega a Il Giorno Sabato Simonetti, comandande dei Nas di Bologna.
  Ma i rischi riguardano alimenti come il pesce che finisce nelle nostre tavole e che non è
più quello italiano, ma arriva dai Paesi del terzo mondo con tanto di rischi dovuti alla conservazione del prodotto e alla contaminazione (come metalli pesanti: dal cadmio al mercurio). Il pericolo maggiore riguarda il tonno fresco perché "se rimane in frigo in condizioni non idonee, porta rapidamente a produzione di istamina, la cosa può risultare molto spiacevole, perché può provocare sindrome sgombroide immediata e ricovero al pronto soccorso. Casi da intossicazione di istamina spariti 10 anni fa, stanno tornando", spiega Giorgio Fedrizzi, chimico dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna.
  E ancora: nelle uova di gallina non da allevamento, ma del contadino, sono state trovate diossine. Infine occhio ai materiali da contatto con i cibi: piatti, stoviglie, pentole, griglie, la qualità di certo acciaio, l'alluminio, lo strato antiaderente di pentole e padelle, le plastiche, il Bisfenolo A, la messa al bando del Pvc.

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