Lo spray e il latte per non farli sudare

I dubbi dei genitori

I bimbi e l’effetto burro

di Carlotta De Leo

 
L’ orologio e l’etichetta. Sono queste le cose più importanti da guardare quando si porta un bambino al mare o in montagna. Gli orari per evitare le ore più calde e la composizione delle creme solari. «Paradossalmente da genitori ci preoccupiamo molto di eritemi e scottature provocate dai raggi Uvb. Ma è più importante proteggere il bimbo da quelli Uva che nel tempo possono provocare tumori e invecchiamento della pelle — spiega Riccardo Cavalli, dermatologo pediatrico del la clinica dermatologica del Policlinico di Milano —. Il solare migliore è quello che  ha una protezione più elevata per i raggi Uva e comunque mai al di sotto fattore 30. I marchi più seri lo
espongono e spesso non coincide con quello per gli Uvb».

   L’etichetta è fondamentale anche per evitare l’effetto burro, ovvero il sudore che ai bambini fa odiare il momento della crema. «È legato al tipo di filtro solare — aggiunge Cavalli —. Quelli "fisici" sono polveri, come l’ossido di zinco, e per questo il solare ha la consistenza di una pasta difficile da spalmare e che non fa traspirare la pelle. Meglio scegliere un latte solare con filtri "chimici", più leggeri e altrettanto sicuri. Basta uno spray e il gioco è fatto...». «Spiegare ai bambini quanto sia importante la crema è una cosa essenziale. Li rende responsabili e fa sì che la crema diventi una buona abitudine anche da adulto» spiega May El Hachem, responsabile dell’Unità operativa dermatologica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Gli esperti sono concordi: una corretta esposizione al sole sin da piccoli riduce del 60-80% la possibilità di sviluppare tumori da adulti. «Persino da adolescenti, purtroppo l’età in cui il tumore si presenta si sta abbassando...» aggiunge El Hachem.

  Vale la pena, quindi, ripetere qualche accortezza. La crema solare deve essere applicata mezz’ora prima di arrivare in spiaggia e spalmata di nuovo ogni due ore. Ma non basta: soprattutto per i fototipi più chiari, sono essenziali cappellino, occhiali e una maglietta scura (i colori chiari lasciano passare sulla pelle il 20-30% dei raggi nocivi).

 «L’esposizione al sole deve essere graduale. Per i bambini sotto i 5 anni non più di un’ora al mattino e una al tardo pomeriggio, che si può incrementare di 15-20 minuti al giorno» dice Cavalli. Evitare soprattutto di tenere i bimbi tutto il giorno sotto l’ombrellone o dentro l’acqua. «L’ombra e le onde non proteggono dai riverberi. Lo so che comporta uno sforzo in più, ma nelle ore di sole più a picco (dalle 11 alle 17) il bambino deve stare al chiuso» aggiunge El Hachem. A casa, poi, arriva il momento del dopo sole, da non sottovalutare perché idrata la pelle e fa sì che l’abbronzatura duri più a lungo.

  Un ultimo consiglio anticrisi. «La crema per il bambino va bene per tutta la famiglia. Basta comprarne una a stagione, insomma...» conclude El Hachem.

Corriere della Sera, 22 giugno 2013, pag, 47


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