Foto agli embrioni


 Migliori ecco l’ultima speranza per le coppie senza figli

Una nuova tecnica di fecondazione triplica le possibilità

di Enrico Franceschini

  Il Rivoluzionario sistema permette di acquisire immagini degli embrioni che si stanno sviluppando e di scegliere quelli sani prima di impiantarli nell’utero della donna. «È la svolta più significativa ed eccitante che abbiamo avuto nel campo della procreazione assistita negli ultimi trent’anni», afferma il professor Simon Fishel, direttore del Care Fertility Group, la clinica inglese specializzata nella fertilizzazione in vitro che ha messo a punto la sofisticata tecnologia. Padri e madri disperati perché non riuscivano ad avere un figlio hanno ora probabilità molto maggiori di realizzare il loro desiderio, commenta la Bbc.

 
  Statisticamente, una coppia su otto ha problemi ad avere un concepimento naturale. Nel Regno Unito più di 60 mila coppie all’anno si rivolgono perciò a cliniche per la fecondazione artificiale, in cui l’ovulo della donna viene fertilizzato dallo sperma del suo partner (o da quello di un donatore). Quando si forma un embrione, questo viene poi impiantato nell’utero femminile. Ma in media soltanto il 24 per cento degli embrioni impiantati nelle donne conducono a una gravidanza e alla nascita di un bambino sano. Nella grande maggioranza dei casi, il trattamento fallisce, provocando — come notavano ieri i giornali di Londra — un immenso dolore emozionale alle persone coinvolte, che vedono frustrate le loro aspettative. E a questo danno si aggiungono i costi: la fecondazione artificiale richiede un investimento di circa 3 mila sterline in questo paese (quasi 3.500 euro) e il costo complessivo può oscillare tra le 5 mila e le 10 mila sterline. Ma se il tentativo va a vuoto, sono soldi gettati, bisogna ricominciare da capo. Non è una spesa che tutti possono permettersi, in particolare se bisogna affrontarla più di una volta.

  Ora tuttavia, con un leggero incremento dei costi (la nuova tecnica costa 750 sterline addizionali — poco meno di altri 850 euro), le chances di una gravidanza riuscita aumentano notevolmente. Negli esperimenti condotti dalla clinica del professor Fishel, riportati sull’ultimo numero della rivista Reproductive BioMedicine e ripresi con ampio rilievo dal Times, dall’Indipendent e da altri quotidiani londinesi, il 78 per cento degli embrioni selezionati utilizzando il nuovo sistema hanno portato a un parto di successo. La tecnologia scoperta dai ricercatori britannici esamina la possibilità che un embrione abbia una diffusa anomalia genetica, chiamata aneuploidia, che consiste nella perdita o nell’eccesso di un cromosomo e che è la causa principale dell’interruzione della gravidanza nel corso di una fecondazione in vitro. La tecnica individua due momenti cruciali nella fase dell’incubazione dell’embrione, che si verificano a 97 e a 122 ore dall’inseminazione. Negli embrioni a rischio di anomalia, questi passaggi avvengono con 6 ore di ritardo e le immagini di laboratorio permettono dunque di scegliere quali embrioni scartare e quali usare. È un passo avanti che richiede ancora verifiche, obiettano altri studiosi, ma intanto future mamme e futuri papà ringraziano.

la Repubblica, 18 maggio 2013, pag, 23
 
 
  

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