Lancet pubblica i negativi
risultati sull’efficacia in Sud Africa tra i bimbi di 4-6 mesi: delusione dopo
le attese. Fermi al BCG creato 92 anni fa, copre solo certe forme extra
polmonari. In Italia 15 casi al giorno
di Maurizio Paganelli
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Ora è forte la delusione nella comunità
scientifica, soprattutto perché ha ormai 92 anni l’unico vaccino esistente (il
BCG, Bacillo Calmette-Guérin), utile in certe forme più gravi e disseminate di
Tbc nei bambini, di scarsa e variabile efficacia in quella polmonare, la più
diffusa, e dannoso negli Hiv positivi. Ma il lato buono è che ne restano altri
11, riporta una review su PLoS Pathogens
di Tom Ottenhoff e Stefan Kaufmann e come scrivono Richard Jefferys del Tag,
l’attiva ong newyorchese e Tubercolosis.
Nonostante il flop, per
questo vaccino, l’MVA85A dell’università
di Oxford, non si sono del tutto perse le speranze. Ben tollerato e sicuro, la
sua efficacia è sovrapponibile al vecchio vaccino BCG: certo non realizza
quelle maggiori risposte immunitarie che sembravano sicure nei trial sugli
adulti. Quali i motivi? Si cercano
risposte e la sfida alla tubercolosi che
ancora oggi uccide 1,4 milioni di persone è lanciata. Basti considerare che
all’inizio degli anni Novanta, scrive PLoS Pathogens «la pipeline era
miseramente vuota»: ora ci sono sperimentazioni su 12, compreso quello della
Oxford university, 16 sono in avanzato stadio preclinico e altri 20 candidati
sono allo studio. Oltre a quello inglese, il più avanzato è della olandese
Crucell, sempre un vettore virale, anch’esso mirato a sviluppare una risposta
immunitaria. Trial, iniziati in Kenya e Sud Africa, di fase IIb, su piccoli tra
16 e 26 settimane: ne saranno arruolati in totale 4 mila.
Una proteina
ricombinante con adiuvanti è il tipo di vaccino che sta sperimentando (Fase II)
la multinazionale GlaxoSmithKline (M72) in Africa e Taiwan, così quello
progettato dal Max Planck Institute (VPM 102) e l’Hybrid-1-IC31 di Intercell.
Nella stessa fase è Ruti, questo però un vaccino immunoterapico (come terapia e
non come profilassi) ideato dall’istituto catalano Germans Trias i Pujol e
sviluppato dalla biotech Archivel: associato al farmaco isoniazide, sarebbe
efficace nella Tbc latente (un terzo della popolazione ne è affetto; il nostro
organismo la contiene senza sintomi, solo nel 10% diventa attiva) e nella Tbc
tra gli Hiv positivi. Identica prospettiva immunoterapica è per l’Mw, vaccino indiano,
da micobatterio inattivato, unico arrivato in fase tre.
“Disappointment” è la parola
più usata su Twitter negli scambi veloci tra specialisti, ma Mario Raviglione,
direttore del Dipartimento StopTb dell’Oms, ha aggiunto: «Allora dobbiamo
investire cento volte di più...». (Per inciso, nella ricerca sui vaccini Tbc
servirebbero 400 milioni di dollari l’anno, ce ne sono solo 110 milioni). «Il
lato positivo è che si è fatto un trial importante in Sud Africa: preziosa
realtà dove poter replicare le sperimentazioni con affidabilità. Poi si è
vista, oltre alla tollerabilità, una qualche stimolazione immunitaria che,
purtroppo, non ha portato l’aspettata efficacia. Occorre capire: anche nel
vaccino BCG esistono risposte immunologiche diverse in India e in Europa. Ciò
dipende da vari fattori legati ad ambiente, clima ed altro che vanno
approfonditi. Ora andiamo avanti: i malati aspettano e c’è fretta!
Rilanciato a Roma il
servizio tisiologia del San Camillo Metà dei malati è italiana
La Repubblica, 12 febbraio, 2013,
pag, 35
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