L’assessore Sisana: se il decreto non cambia dovremo
cedere la struttura entro giugno
La Cgil: per rilanciare l’economia si cancellano posti di
lavoro e si smantella il welfare
di Emanuele Casali
Seriate. «Se il decreto sulle liberalizzazioni venisse
approvato così com’è, il Comune di Seriate non potrebbe più tenere il suo asilo
nido, e sarebbe costretto a dismetterlo entro la fine di giugno».
A lanciare l’allarme è Marco Paolo Sisana,
assessore al Bilancio e alle Società partecipate del Comune di Seriate. Che, da
leghista, ha anche una sua lettura politica della situazione: «Questo – dice –
è quello che vogliono i vari Bersani, Berlusconi e Casini, che approvano ogni
idea del governo Monti. Il nostro asilo nido è bello, ampio, confortevole e
offre un servizio di qualità. Ma rischia di scomparire perché nella città di
Seriate ci sono altri asili nido e dunque, secondo i nostri legislatori, il
Comune non se ne può permettere uno proprio»
L’asilo nido Carla Levati è gestito dalla
società Sanitas Srl, a capitale interamente controllato dal Comune. Attualmente
ci sono una cinquantina di bimbi e 17 dipendenti. Ma il grido di allarme non
arriva solo dal fronte del Carroccio: «Sono a rischio i posti di lavoro»
sottolinea Marco Brumana, della Funzione pubblica Cgil di Bergamo, che rileva
come «l’asilo nido Carla Levati si è sempre distinto per la qualità del
servizio, per la qualità e la competenza della prestazione educativa offerta ai
piccoli».
Volpi spera che nella baraonda di oltre mille
emendamenti al decreto possa saltarne fuori uno che attenui i contenuti
drastici del testo attuale. Critico verso i legislatori anche il sindacalista Brumana:
«Se si considera che il decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe rappresentare
un capitolo consistente dell’operazione "Cresci Italia", volta a
rilanciare l’economia e ad aumentare l’occupazione, è curioso che uno dei suoi
primi effetti sia quello di mettere in discussione altri posti di lavoro e di
contribuire allo smantellamento ulteriore del sistema di welfare esistente». E ancora:
«Siamo contrari alla dismissione di un servizio pubblico in favore di non si sa
quale alternativa offerta da parte del privato».
La società Sanitas Seriate gestisce anche due
farmacie comunali, ma qui il discorso è diverso: «Potremo conservarne la
gestione – spiega Sisana – perché la società Sanitas ha presentato negli ultimi
tre anni un bilancio attivo, e il decreto prevede che possano restare nei
servizi comunali». Ma lo stesso Sisana a questo punto non ci sta, e ribalta il
teorema: «Sarà l’amministrazione comunale a decidere se tenerle o cederle,
perché per effetto dell’apertura di altre farmacie sul territorio si
verificherà di certo una riduzione del fatturato».
«Difficile che un privato
rilevi una gestione dai costi così elevati»
L’Eco di Bergamo, 21 febbraio 2012, pag,32
Nessun commento:
Posta un commento