La
salute dei nostri figli dipende da noi, perché possiamo fare una
prevenzione reale e molto efficace per salvaguardarli . Nell’ultimo
secolo, infatti, le malattie da cui dobbiamo difenderli sono
cambiate: non sono più epatite, tubercolosi e altre infezioni a
mettere a rischio la loro vita. Oggi nel mondo occidentale milioni di
bimbi sono esposti piuttosto ad asma, diabete, obesità, anche a
tumori. Ma contro queste minacce la nostra azione può davvero
incidere. La colpa delle “nuove” malattie dei bambini, secondo
una schiera sempre più nutrita di pediatri, è infatti dell’ambiente
in cui viviamo, profondamente mutato negli ultimi decenni e proprio
di questo si è discusso di recente a Gerusalemme durante la settima
Conferenza dell’International Network on Children’s Health and
the Environment and Safety.
EPIGENETICA
- «Fino a qualche anno fa si pensava che la malattia fosse
sempre l’effetto diretto di un’esposizione a “qualcosa”, che
fosse un virus o un inquinante, e parlando di ambiente e salute dei
bambini si intendeva solo che i piccoli dovrebbero respirare aria
pulita per restare sani. È vero, ma la faccenda è parecchio più
complessa - esordisce Ernesto Burgio, presidente del comitato
scientifico dell’International Society of Doctors for Environment e
membro dell’European Cancer and Environment Research Institute di
Bruxelles -. Oggi abbiamo sempre maggiori prove, infatti, che molte
malattie che si sviluppano nel corso della nostra vita hanno
un’origine epigenetica, ovvero affondano le loro basi in ciò
a cui si è stati esposti in utero, durante la gravidanza, e poi nei
primi mesi da neonati». Per epigenetica si intendono
modifiche chimiche del DNA (ad esempio, aggiunte di gruppi metile che
contengono carbonio e idrogeno) che non sono “scritte” nei geni,
ma ne possono cambiare la funzionalità: il genoma quindi non viene
alterato, ma può esprimersi in modo diverso. Queste modifiche
epigenetiche sono la risposta dell’organismo alle sollecitazioni
ambientali e poiché l’epigenoma (cioè il genoma completo di tutte
le “aggiunte” che ne modificano l’espressione e danno quindi
l’impronta definitiva alle caratteristiche dell’individuo) si
forma durante la vita fetale e nei primi mesi dopo la nascita, ciò a
cui si è esposti in gravidanza e da neonati può avere ripercussioni
per tutta la vita.
MUTAZIONI
REVERSIBILI - «Perfino oltre - sottolinea Burgio -. Un recente
studio ha dimostrato ad esempio che se il nonno fuma in giovane età
nella programmazione dei tessuti fetali del nipote resta una
“traccia” negativa, che può modificarne lo sviluppo metabolico».
L’ambiente non proprio sano, fatto di aria inquinata e sostanze
chimiche dannose con cui veniamo in contatto continuamente, perché
sono presenti nell’aria e pure negli alimenti, nei bambini avrebbe
perciò contribuito parecchio all’impennata di malattie come il
diabete, l’obesità, i tumori, l’asma: gli inquinanti
“sprogrammano” il genoma, facilitando il deragliamento verso
certe patologie, con mutazioni che però, sottolinea l’esperto,
sono reversibili. Proprio questo ci consente di trarre un sospiro di
sollievo: «La responsabilità “epigenomica” dell’ambiente
nelle malattie oggi più frequenti - sottolinea l’esperto - implica
che, se proteggiamo il più possibile le donne in gravidanza e i
neonati nei primi mesi di vita mettiamo una seria ipoteca sulla
salute delle generazioni future e possiamo invertire la rotta,
riducendo finalmente il carico di patologie ormai diventate
epidemiche. Nella pratica, possiamo già dare molti suggerimenti: le
donne in attesa, oltre ovviamente a non fumare, dovrebbero fare
estrema attenzione all’alimentazione, evitando ad esempio le
bevande zuccherine, che facilitano la comparsa di obesità nella
prole, e cercando di limitare al minimo il consumo di pesci di grossa
taglia come tonno o pesce spada che potrebbero più facilmente essere
contaminati da mercurio, pericoloso per lo sviluppo cerebrale del
bambino. Altrettanto importante cercare quanto più possibile di non
respirare aria inquinata, perché è ricca del pericoloso particolato
ultrafine (il PM 0,1, ndr) e di metalli pesanti cancerogeni
come il piombo, l’arsenico, il cadmio, il mercurio. In casa, poi,
meglio non on usare prodotti che possono contenere sostanze chimiche
pericolose (dagli spray contro gli insetti ai deodoranti d’ambiente)
e non sappiamo ancora con precisione quali possano essere gli effetti
delle onde elettromagnetiche dei cellulari, per cui la prudenza ne
impone un uso limitato. Tutto questo vale per le donne incinte, ma
anche per i piccoli: meglio non portare un neonato a fare una
passeggiata nelle strade più trafficate delle città e, se
possibile, evitiamo di far parlare i bambini al cellulare».
STRADE
TRAFFICATE- Se infatti è vero che molto si decide prima di
compiere un anno di vita, ciò non toglie che durante tutta
l’infanzia l’organismo in crescita sia particolarmente delicato e
debba essere tutelato in ogni modo possibile da tutto ciò che
potrebbe nuocergli, primo fra tutti lo smog: gli studi che hanno
dimostrato come vivere vicino a strade trafficate aumenti il rischio
di allergie e asma sono ormai numerosi, così come i ripetuti allarmi
sulla scarsa qualità dell’aria in case e scuole per colpa di
infissi “sigillanti” e dell’uso di prodotti chimici non proprio
ideali da respirare. «Per tutelare la salute dei bambini, in casa
bisognerebbe mantenere la temperatura entro i 18-19 gradi, con un
corretto grado di umidità (fra il 40 e il 65%, ndr) e
scegliere arredi e prodotti per l’igiene che non contengano
sostanze chimiche irritanti - dice Giuseppe Mele, presidente
dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e
dell’Adolescenza Paidòss -. Dovremmo tutti modificare i nostri
stili di vita per ridurre l’inquinamento ambientale, ad esempio
usando di più la bicicletta, anche per insegnare ai bimbi
l’importanza di muoversi senza dover sempre ricorrere sempre
all’auto. Un’esperienza ottima è quella dei pedibus per
accompagnare i bambini a scuola: “autista” e accompagnatore
camminano su un percorso definito assieme agli scolari: una pratica
diffusa nel Regno Unito, dove ha contribuito a far calare l’obesità
infantile».
ARIA
MALSANA NELLE SCUOLE - Anche a scuola, infine, l’aria delle
aule spesso non è sana, come mostrano i dati del progetto europeo
Sinphonie sugli ambienti scolastici presentati a Gerusalemme.
Ma esistono molti, semplici accorgimenti per rimediare: pulire le
aule (solo dopo la fine delle lezioni) usando prodotti ecologici,
ventilare molto le stanze per ridurre la formazione di muffe e la
concentrazione di inquinanti, insegnare ai bambini a chiudere sempre
colle e pennarelli dopo averli usati. Queste e le altre “azioni
preventive” consigliate dai pediatri sono gesti banali, ma più
essenziali di quanto si creda per la salute delle nuove generazioni.
23
dicembre 2013
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