“Mai così facile curarla”
Arriva un innovativo
test genetico per scoprire in modo semplice e rapido se si è
predisposti all’intolleranza al lattosio, e poi unintegratore
alimentare per neutralizzare i disturbi legati all’intolleranza
Si potrà
così tornare ad assumere senza problemi il latte e i suoi derivati,
elementi imprescindibili per una dieta equilibrata. I prodotti
disponibili direttamente in farmacia Arrivano
in farmacia un test genetico e un integratore alimentare di lattasi: quest’ultimo sarà commercializzato in due differenti formulazioni,
una delle quali studiata specificamente per i
pazienti pediatrici. Il
test contiene infatti un tampone buccale che consente un’inedita
semplicità d’utilizzo, soprattutto nei bambini, per i quali il
breath test è di difficile esecuzione. Le caratteristiche dei nuovi
prodotti, e l’impatto individuale e sociale dell’intolleranza al
lattosio, sono stati illustrati questa mattina a Milano, nel corso di
una conferenza stampa alla quale ha partecipato un nutrito board di
specialisti. “I dati di letteratura – ha detto il professor Paolo
Gasparini,
primario della S.C. di Genetica Medica dell'I.R.C.C.S Burlo Garofolo
di Trieste, titolare della cattedra di Genetica Medica
dell'Università di Trieste e co-fondatore e Advisor scientifico di
g&life Spa – indicano che circa il 50-60% degli italiani ha una
predisposizione all'intolleranza al lattosio. I nostri dati ci dicono
che il 75% non sa di esserlo, perché i sintomi sono così variabili
che spesso non fanno sospettare un'intolleranza. Un test genetico,
rapido e di semplice esecuzione come Lactease, permette di conoscere
con facilità la predisposizione a un deficit di lattasi, e così
consentirà di migliorare la qualità di vita dei bambini e di coloro
che presentano una sintomatologia atipica o poco
severa”.
“L’intolleranza al lattosio comune causa di
sintomi gastro-intestinali, può essere primitiva, cioè
conseguente a un deficit congenito di produzione di lattasi, o
secondaria, e manifestarsi quindi in età prescolare-scolare, in
seguito a progressiva riduzione di produzione dell’enzima stesso –
ha detto il dottor Edoardo
Savarino,
Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche,
Oncologiche e Gastroenterologiche dell’Università degli Studi di
Padova – È presente anche una variante transitoria post-infettiva,
che in genere regredisce in 3-4 mesi. Nell’Europa del Nord la
prevalenza è del 10-20%, con aumento progressivo spostandosi verso
il sud, tanto che nel Sud Italia può arrivare persino al 70%. La
diagnosi si basa principalmente su metodi non invasivi: il test del
respiro all’idrogeno (breath test) è quello sinora più diffuso,
ma presenta alcuni limiti diagnostici e pratici, tra l’altro perché
solo pochi bambini riescono a eseguire questo esame. Oggi, dunque, un
test predittivo in forma di tampone buccale si aggiunge all’offerta
dedicata ai pazienti, venendo quindi a rispondere a esigenze finora
insoddisfatte”.
“In caso di intolleranza – ha chiarito,
con riguardo alla fase della terapia, la dottoressa Elisa
Marabotto del
Reparto Universitario di Gastroenterologia dell'Azienda Ospedaliera
Universitaria San Martino di Genova – l’unica cura possibile
consiste nell’eliminazione o nella riduzione del lattosio dalla
dieta. Ma una più pratica e semplice alternativa è rappresentata
dall’utilizzo di integratori alimentari a base di lattasi. Infatti,
eliminare il lattosio dalla dieta non è in realtà così semplice
come può sembrare, basti pensare che il lattosio è presente anche
come additivo negli alimenti e nei farmaci: addirittura in più del
20% dei farmaci che richiedono ricetta medica e nel 6% circa dei
farmaci da banco, e anche negli integratori alimentari”. Alla luce
dei dati di prevalenza conosciuti, si può stimare che in Italia ci
siano circa 30 milioni di persone che hanno ‘problemi’ con il
lattosio. Nonostante questo importante mercato potenziale,
attualmente i prodotti per la cura delle intolleranze al lattosio
movimentano in Farmacia un giro d’affari ancora contenuto, anche se
in forte crescita (circa 4 milioni di Euro, con un tasso di crescita
del +53% negli ultimi 3 anni). Anche l’offerta in termini di
prodotti disponibili appare ancora limitata: ad oggi si contano
infatti poco più di 20 referenze disponibili per il consumatore.
Sembrano quindi esserci importanti aree di opportunità per gli
operatori del settore, anche considerando il ruolo che Internet può
giocare in termini di sensibilizzazione dei consumatori e di guida
nelle scelte disponibili”. “Siamo abituati a considerare le
ricerche in campo genetico come qualcosa di fondamentale, ma quasi
sempre distante dai bisogni di salute quotidiani – ha concluso
Enrique
Häusermann,
Amministratore Delegato di Crinos – Per noi è quindi motivo di
orgoglio presentare un progetto che mostra come questa punta di
lancia della ricerca consenta nuovi e più efficaci approcci anche a
disturbi che rientrano nell’esperienza concreta di milioni di
persone”. (M. M.)
Libero,
2 gennaio 2014
“In caso di intolleranza – ha chiarito, con riguardo alla fase della terapia, la dottoressa Elisa Marabotto del Reparto Universitario di Gastroenterologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova – l’unica cura possibile consiste nell’eliminazione o nella riduzione del lattosio dalla dieta. Ma una più pratica e semplice alternativa è rappresentata dall’utilizzo di integratori alimentari a base di lattasi. Infatti, eliminare il lattosio dalla dieta non è in realtà così semplice come può sembrare, basti pensare che il lattosio è presente anche come additivo negli alimenti e nei farmaci: addirittura in più del 20% dei farmaci che richiedono ricetta medica e nel 6% circa dei farmaci da banco, e anche negli integratori alimentari”. Alla luce dei dati di prevalenza conosciuti, si può stimare che in Italia ci siano circa 30 milioni di persone che hanno ‘problemi’ con il lattosio. Nonostante questo importante mercato potenziale, attualmente i prodotti per la cura delle intolleranze al lattosio movimentano in Farmacia un giro d’affari ancora contenuto, anche se in forte crescita (circa 4 milioni di Euro, con un tasso di crescita del +53% negli ultimi 3 anni). Anche l’offerta in termini di prodotti disponibili appare ancora limitata: ad oggi si contano infatti poco più di 20 referenze disponibili per il consumatore. Sembrano quindi esserci importanti aree di opportunità per gli operatori del settore, anche considerando il ruolo che Internet può giocare in termini di sensibilizzazione dei consumatori e di guida nelle scelte disponibili”. “Siamo abituati a considerare le ricerche in campo genetico come qualcosa di fondamentale, ma quasi sempre distante dai bisogni di salute quotidiani – ha concluso Enrique Häusermann, Amministratore Delegato di Crinos – Per noi è quindi motivo di orgoglio presentare un progetto che mostra come questa punta di lancia della ricerca consenta nuovi e più efficaci approcci anche a disturbi che rientrano nell’esperienza concreta di milioni di persone”. (M. M.)
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