L'esperimento di alcuni
studiosi per rimediare all'abitudine di mangiare cibi spazzatura davanti alla
televisione
di Mia Mantovani
fritte o, in alternativa, formaggi, verdure o uno snack a base di entrambi. Il tutto mentre guardavano un programma in tv della durata di 45 minuti. Come si voleva dimostrare, i piccoli a cui eracapitato lo snack si saziavano prima e soprattutto assumevano il 72% di calorie in meno rispetto a quanti avevano banchettato con le patatine fritte. Ma non per questo si mostravano meno soddisfatti, spiegano gli autori sulla rivista Pediatrics. I bambini gradivano ugualmente la merenda e la strategia funzionava particolarmente bene con quelli in sovrappeso. «Non esiste un cibo magico che possa fermare l’obesità infantile, ma imparare a sostituire alcuni alimenti può essere uno strumento efficace per ridurre l’apporto calorico», spiega uno degli autori, Brian Wansink, professore di marketing alla Cornell University, noto per la sua attenzione agli aspetti psicologici legati
all’alimentazione.
NO AI PASTI DAVANTI ALLA TV - «Non c'è dubbio
che una merenda più salutare sia meglio di una troppo ricca di grassi»,
commenta Michele Carruba, fondatore e presidente onorario della Società
Italiana di alimentazione e sport (SIAS), presidente della Società Italiana
dell'Obesità (SIO) e direttore del Centro studio e ricerca sull’obesità
dell’Università di Milano. Quello dei ricercatori, però, più che una vera
soluzione al problema, dilagante in America, suona come un debole tentativo di
limitare i danni. È così difficile scalfire l'abitudine degli americani di
mangiare davanti alla tivù? «Di fronte al televisore, il bambino ingurgita
qualsiasi cosa, anche se non è affamato - dice l'esperto -. È sconsigliabile
associare il momento del pasto a quello della visione dello spettacolo. Al
contrario, è importante stabilire regole ferree fin dai primi anni e impostare
subito buone abitudini. Se il piccolo acquisisce stili di vita corretti durante
l'infanzia, difficilmente li cambierà in futuro».
LA GIUSTA ALIMENTAZIONE - Per una crescita
equilibrata, l'ideale è una dieta varia e ricca di frutta e verdura. Ma come
insegnare ai bambini ad apprezzarle? E in che modo abituarli a un'alimentazione
completa? I piccoli, si sa, mangerebbero solo pochi, selezionatissimi cibi. Per
convincerli a provarne di nuovi, allora, bisogna stimolare la loro curiosità.
«Può essere utile, ad esempio, portarli in un orto - suggerisce l'esperto -.
Raccogliere fagiolini e pomodori permette di stabilire un rapporto culturale
con il cibo». Anche cucinare gli alimenti in maniera diversa può essere
vincente. «Il bambino potrebbe apprezzarli di più se preparati secondo una
nuova ricetta». La presentazione, infine, è spesso determinante. Disporre i
diversi alimenti nel piatto in modo fantasioso e stuzzicante, giocando con i
colori, può ingolosire anche il peggior ribelle.
ASTUZIE A TAVOLA - «Occorre strategia per
educare i bambini a mangiare correttamente e impostare il giusto ciclo
fame-sazietà» ribadisce l'esperto. A tal proposito, è bene ricordare che la
giornata deve essere scandita da cinque pasti principali: colazione, spuntino,
pranzo, merenda e cena.
Disporre in tavola la verdura e la frutta già
tagliata invita a consumarne di più. Questi alimenti, tra l'altro, sono particolarmente
sazianti e aiutano a limitare gli eccessi. Attenzione alle porzioni, poi.
Meglio non riempire troppo il piatto del bambino all'inizio, perché altrimenti
sarà portato a svuotarlo anche se è sazio. Infine, l’esempio dei genitori è
fondamentale. L’ideale, dice l’esperto, sarebbe sedersi a tavola tutti insieme
per favorire il dialogo. Parlare del cibo, di come è stato preparato, invita ad
assaggiarlo.
UN INVESTIMENTO PER LA SALUTE - Nel nostro
Paese, dove un bambino su quattro è sovrappeso o obeso, è importante un cambio
di mentalità, ribadisce Michele Carruba. I consigli di una volta possono non
essere più validi in una società profondamente mutata, dove i bambini hanno
meno occasioni di muoversi. «Per questo, fin dallo svezzamento, i genitori
dovrebbero rivolgersi a un esperto per impostare le corrette abitudini o per
correggerle, se necessario. Non è tempo perso, ma un investimento importante
sulla salute».
Corriere della Sera, 9
agosto 2013,
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