Zanzare
Ennesima analisi dei fattori
che guidano gli insetti verso la “preda”. Sono gruppo sanguigno, temperatura e
odore del corpo. Infine, l’aver ingerito un alcolico
di Elena Dusi
È una delle più moleste diseguaglianze: il numero
delle punture di zanzara. A parità di camere da letto, mai due individui si
alzeranno la mattina con lo stesso numero di bolle. Perché gli insetti si
affezionino a determinate persone è da tempo oggetto di ricerca. A mettere
insieme le conclusioni degli ultimi anni è la rivista dello Smithsonian
Institute. Secondo la quale la persona che ogni zanzara sogna di incontrare è
una donna
incinta vestita di nero, con gruppo sanguigno zero, che abbia fatto sport
e si sia poi dissetata con una birra.
La categoria dei “favoriti” comprende circa
una persona su 5. Una delle differenze riguarda il gruppo sanguigno: lo 0 è il
più colpito, l’A resta in genere indenne, il B ha una forza di attrazione
media. A guidare le zanzare femmine (solo loro pungono) verso la preda umana
sono vista e olfatto. Gli occhi si concentrano soprattutto su indumenti rossi,
blu o neri, visto che i colori scuri vengono percepiti meglio di quelli chiari.
Con l’olfatto invece gli insetti intercettano sia i gas espirati (anidride
carbonica in primis), sia i batteri che popolano l’epidermide, sia infine le
oltre 350 sostanze chimiche emesse con il sudore. E qui entra in gioco la
birra, che arricchisce la pelle di “profumato” etanolo e fa aumentare
leggermente la temperatura corporea (altro fattore di attrazione per le
zanzare).
Le donne in gravidanza, che espirano più
anidride carbonica e hanno il corpo un po’ più caldo, partono in svantaggio
nella lotta alle punture. Così chi pratica sport, che emette con il sudore
acido lattico anche dopo
l’esercizio. Una componente dell’attrazione ha
probabilmente origine genetica, visto che le coppie di gemelli ricevono
normalmente lo stesso numero di attenzioni. Ma sbrogliare la matassa del Dna
per individuare il “gene delle punture” è impresa tanto difficile quanto poco utile.
C’è poco da fare - a parte, se proprio necessario, usare un sapone
antibatterico - anche per influire sulla popolazione dei microrganismi della
pelle. Ma il fatto che i batteri si concentrino su caviglie e polpacci coincide
con il fatto che siano parti del corpo ricche di colonie. Un aiuto per
depistare le zanzare - almeno per quanto riguarda l’olfatto - resta il
ventilatore, che ostacola il volo e dissolve le sostanze chimiche di sudore e
respiro.
la Repubblica, 23 luglio
2013, pag, 32
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