Pillole del giorno dopo ostetriche in prima linea

Progetto con i ginecologi: sostegno e aiuto alle donne nelle 120 ore “critiche”. 

Le molecole bloccano l’ovulazione: non sono abortive

di Cecilia Ranza
  Al fianco delle donne (e delle coppie), non soltanto in sala parto. È il ruolo che rivendicano le 17 mila ostetriche italiane accreditate. Poche rispetto alle necessità, ma battagliere, presentano a Milano il loro Progetto più recente di formazione (il primo corso appena concluso a Roma, gli altri da settembre nella varie regioni), in accordo tra Aio (Associazione italiana di Ostetricia) e Agite (Associazione Ginecologi Italiani del Territorio): diventare il punto di riferimento per la prima accoglienza delle donne (e delle coppie) che arrivano al consultorio per chiedere una contraccezione d’emergenza dopo un rapporto sessuale
non protetto, a rischio di gravidanza. «Quasi la metà ha meno di 20 anni e un altro 40% non supera i 30» precisa Elsa Del Bo, referente del neonato Progetto. «Ma non c’è età che conti di fronte all’ansia, alla paura che accomuna tutte e spesso diventa panico, soprattutto perché la disinformazione sulla contraccezione d’emergenza è diffusa e pericolosa. Chi arriva al consultorio ha bisogno di una figura rassicurante, informata, pronta all’ascolto e dotata delle risorse adatte a indirizzare l’intervento in modo corretto e veloce».

  In Italia, la contraccezione d’emergenza è infatti sottoposta a regole ferree ed è a carico della donna, con sporadiche eccezioni che non fanno testo: ciò che non è nel resto d’Europa né in Usa. I farmaci approvati sono due e devono essere prescritti dal medico, qualunque sia l’età della ragazza/donna. Levonorgestrel (2 compresse da 0,75 mg) è la molecola capostipite, ma la sua efficacia cade se si utilizza dopo 72 ore dal rapporto non protetto. Dal canto suo ulipristal acetato (approvato nel 2009 dall’Europa, in Italia dal 2012) funziona anche se assunto tra 72 e 120 ore (5 giorni), ma è obbligatorio eseguire prima anche un test di gravidanza. «Non comprendiamo questa necessità», spiega Giovanni Fattorini, presidente di Agite, «Entrambe le molecole impediscono l’ovulazione, quindi non sono abortive, agiscono a monte. Significa che, se la gravidanza è in atto, non viene interrotta. Secondo i dati di sorveglianza raccolti sin qui, inoltre, nessuna delle due molecole ha effetti negativi sullo sviluppo di un eventuale embrione».


  Fattorini completa: «È fondamentale rassicurare anche sugli effetti collaterali. I più frequenti: un ciclo mestruale più leggero, o più marcato nel mese successivo; spotting nei giorni successivi all’assunzione; mastodinìa (tensione e dolore alle mammelle), come nei giorni prima del ciclo. Più rari invece nausea, mal di testa, vomito, diarrea». Il medico valuta e prescrive, ma ascolto, rassicurazione e certezza del counseling anche dopo l’emergenza sono affidate all’ostetrica. «Il nostro Progetto forma persone in grado di accompagnare la donna (e la coppia) anche dopo l’emergenza» afferma Antonella Marchi, Presidente Aio. Esiste anche qui, come nella interruzione di gravidanza, il caso di obiettori di coscienza «ma chi si astiene deve garantire alla donna la rapida disponibilità di un collega. Quasi sempre siamo noi ostetriche a occuparci di questo aspetto, evitando ulteriori traumi emotivi alle donne (e alle coppie)», conclude Marchi.


la Repubblica, 4 giugno 2013, pag, 31

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