Il verde dei parchi aiuta a combattere l’asma

La conferma dagli pneumologi europei riunitisi a Milano per il congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria

 
 Non è la panacea per tutti i mali. Ma un valido aiuto per 
genitori e bambini asmatici sì. Per gestire i sintomi della malattia respiratoria, passare più tempo all’aria aperta fuori dai centri cittadini è quello che serve. Questo almeno è quanto affermato dagli pneumologi europei, riunitisi a Milano per il congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria. Quello che sembrava essere un consiglio frutto dell’intuito dello specialista, diviene dunque oggi un messaggio confortato dai dati. Il verde dei parchi è un «alleato» alla lotta all’asma. 

  SINTOMI DELL’ASMA MENO ACCENTUATI PER CHI FREQUENTA I PARCHI  
A mettere l’affermazione nero su bianco è stato un gruppo di ricercatori statunitensi delle facoltà di medicina della Johns Hopkins University e dell’Università del Maryland. L’analisi è stata condotta comparando la frequenza dei sintomi (fiato corto, dolore toracico, respiro sibilante) manifestati nell’arco di due settimane da un gruppo di bambini asmatici residenti in città con quelli rilevati in un gruppo di coetanei abituati a frequentare con maggior frequenza un parco pubblico. Il risultato è stato chiaro: respirare aria pulita è l’arma più efficace per prevenire le malattie respiratorie, ma pure per gestirne i sintomi.  

  Oltre che per una questione di salubrità dell’aria, il miglioramento dei sintomi sarebbe dovuto anche all’effetto benefico che l’attività fisica avrebbe nei confronti dell’asma. Un’evidenza emersa già da diversi studi che potrebbe aver avuto il suo peso anche in questo caso.  

  «Un tempo con una diagnosi di questo tipo si sconsigliava l’attività sportiva nei bambini per evitare l’asma da sforzo, mentre ora la prospettiva è cambiata: abbiamo capito che il regolare esercizio fisico protegge dal peggioramento della malattia e dalla probabilità di diventare obesi», afferma Giorgio Piacentini, ordinario di pediatria all’Università di Verona e presidente della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri).  

  L’indagine ha riguardato 196 bambini di età compresa tra 3 e 12 anni ed è stata condotta a Baltimora: una città che presenta livelli di inquinamento paragonabili a quelli di New York, ma inferiori ai rilevamenti effettuati periodicamente a Londra e a Milano. 

  DALLA PROGETTAZIONE DELLE CITTA’ UN CONTRIBUTO ALLA SALUTE  
  La valutazione quantitativa dei risultati ha permesso di evidenziare anche una correlazione tra la distanza dalla casa di un bambino asmatico e il parco e l’entità dei sintomi. Ogni trecento metri in più, i piccoli asmatici sperimenterebbero un giorno di malessere in più nell’arco di un anno. L’effetto è risultato essere più evidenti nei bambini con più di sei anni di età: in questo caso basta allontanarsi di 152 metri da un parco per vedere crescere le probabilità di rimanere condizionati per un giorno in più dai fastidiosi sintomi dell’asma.  

  Un dato, quest’ultimo, di non semplice interpretazione: a ridurre i benefici potrebbe essere la maggiore autonomia dei bambini più grandi, in grado di decidere di recarsi anche altrove. Ma che comunque non intacca il peso dell’evidenza raccolta: «Si tratta di risultati che supportano l’importanza dei parchi per la salute dei cittadini e che suggeriscono come una corretta politica edilizia possa avere un forte impatto sulla salute infantile», hanno affermato i ricercatori. 

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