Meno infezioni per i bimbi a contatto con cani e gatti

L’amico dell’uomo aiuta a sviluppare il sistema immunitario

di Massimo Galli

  I bambini che vengono a contatto con un cane sviluppano un sistema immunitario più forte. A sostenerlo è una ricerca condotta dagli scienziati dell’ospedale  universitario finlandese di Kuopio. Vengono così sfatati i luoghi comuni di molte mamme, secondo le quali i loro figli dovrebbero vivere in ambienti asettici, con le manine e le ginocchia perennemente pulite, come dei piccoli lord.

  Il discorso, peraltro, vale anche per i gatti. La conclusione è che i bambini che li toccano, e che magari si fanno leccare dai fidati amici, avranno meno infezioni respiratorie.

   Lo studio ha indagato su circa 400 bimbi di età inferiore all’anno. Quelli che hanno condiviso del tempo con gli animali avevano il 30% in meno di probabilità di contrarre sintomi come tosse, rinite e addirittura il 50% in meno di possibilità di soffrire di patologie dell’orecchio. La protezione è ottimale quando il cane o il gatto è presente in casa almeno sei ore al giorno. I bambini, oltre a sviluppare meno malattie, hanno meno bisogno di ricorrere agli antibiotici.

   Lo studio non fa che confermare una tendenza che era emersa qualche anno fa dai lavori di Erika von Mutius, una delle pioniere nell’ambito dell’indagine sui rapporti tra uomo e animali.

  Secondo l’immunologo Jean-François Bach, il medico tedesco ha mostrato soprattutto che i bimbi che vivevano in fattorie dove si trovano gli animali erano meno malati di quelli che crescevano ugualmente in campagna, senza però essere circondati dagli amici a quattro zampe.

 
  L’ipotesi degli studiosi finlandesi è che il contatto con gli animali aiuti a far maturare il sistema immunitario, portando a risposte più efficaci e a periodi più brevi di infezione. Per Bach, oltretutto, sono altri i fattori di rischio: il biberon che rimane al sole e si trasforma in autentico focolaio di microbi.

   Invece non bisogna preoccuparsi troppo se il bambino ha le mani un po’ sporche e si porta le dita alla bocca.
  Quel che conta a livello igienico, prosegue l’immunologo, è la qualità dell’acqua che si beve, la catena del freddo, le vaccinazioni e gli antibiotici usati in maniera oculata. Niente paura, dunque: accarezzare un cane o un gatto, come sostengono altre ricerche, è spesso un gesto rilassante e antidepressivo per l’uomo. E, si spera, anche per l’animale.

Italia Oggi, 11 luglio 2012, pag, 12

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