Come salvare il pianeta:
mostra all’Explora di Roma
Siamo tanti, consumiamo
troppo e spesso sprechiamo Concetti complessi ma semplici da capire per i
bambini soprattutto se sotto forma di gioco e laboratori
di Cristina Pulcinelli
Il concetto da cui parte l’esposizione è che
qui sulla Terra siamo tanti e consumiamo troppo. In effetti, un’indagine del
Wwf del 2012 ha calcolato che in un anno divoriamo le risorse naturali di un
pianeta e mezzo, ovvero utilizziamo risorse oltre la capacità che i sistemi
naturali hanno di rigenerarle attraverso i loro cicli vitali. Le cose non
andranno meglio, se continuiamo su questa strada. Nel 2050 la popolazione
mondiale arriverà a 9 miliardi di persone e le riserve si saranno assottigliate
ulteriormente. Dobbiamo fare qualcosa prima che non rimanga più nulla.
Per immaginare un’economia più attenta al
consumo delle risorse, la mostra si articola in tre aree tematiche:
agricoltura
e pesca, alimentazione e benessere, biotecnologie e scienze della vita. In
ognuno di questi settori ci sono questioni aperte. Qualche esempio: a proposito
di agricoltura e pesca, si deve affrontare il problema dell’overfishing, ovvero
dell’eccessivo sfruttamento dei mari. L’82% degli stock ittici sono sovra sfruttati,
anche perché negli ultimi trent’anni il consumo di pesce nel mondo è
raddoppiato. I mari si vanno svuotando. Eppure, come leggiamo su un pannello
della mostra, le soluzioni ci sarebbero. Ad esempio, potremmo diversificare il
consumo (nel mare esistono 720 specie commestibili, ma se ne commercializza
solo il 10%), mangiare pesci di stagione ed evitare alcune specie
particolarmente a rischio come salmone, tonno rosso, pesce spada, gamberi
tropicali, datteri di mare e bianchetti. A proposito di alimentazione, invece,
uno dei temi più caldi è quello dello spreco: ogni anno va buttato un terzo del
cibo prodotto nel mondo. Noi italiani siamo i più spreconi: buttiamo 180 chili
di cibo all’anno, contro i 99 della Francia e i 72 della Svezia. Quando invece
parliamo di biotecnologie, parliamo di un settore di ricerca che negli ultimi anni
si è rivelato importante per trovare soluzioni più sostenibili: dalle energie
rinnovabili alla riduzione dei rifiuti.
In ogni sezione della mostra, si trovano
allestimenti interattivi e si svolgono laboratori. Ad esempio, si può vedere
come si costruisce un sacchetto biodegradabile partendo all’amido e come,
invece, la plastica buttata rimane immutata nel corso del tempo. Oppure, si
scopre come creare una bio-batteria grazie a un limone: un modo semplice ed
intuitivo per parlare di energia rinnovabile. Del resto, se l’Europa vuole
promuovere una «crescita intelligente, sostenibile inclusiva» come dichiarato
nella Strategia europea 2020, deve cominciare a pensare a formare i cittadini
di domani.
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