La crisi abbatte le adozioni


Appello anche ai single

“Una famiglia su quattro costretta a rinunciare al sogno di un figlio “
Più separazioni, meno richieste

di Letizia Tortello

  Il Tribunale per i Minorenni vuole dare loro almeno una chance: sorridere. Dopo anni di buio. Sono i minori che possono essere adottati. La speranza si chiama «mamma» e «papà». Chiedono genitori, diversi da quelli biologici, più adatti a dare loro cure e amore.

Il calo

  Ma all’epoca della crisi e dell’instabilità delle coppie, crescono a dismisura le cause di separazione, diminuiscono bruscamente le richieste di adozione. Negli ultimi due anni, il Tribunale ha registrato un calo del 20-25 per cento di genitori disposti ad accogliere figli adottivi. E si fa sempre più fatica ad affidare nelle mani di famiglie sostitutive soprattutto i preadolescenti, dagli 8 ai 14 anni.

  Un tentativo che Torino, tra le sezioni più attive d’Italia per tradizione, sta coraggiosamente portando avanti. Il suo presidente, il giudice Fulvio Villa, rivolge alla cittadinanza un appello accorato: «Fatevi avanti. Questi ragazzi delusi e offesi dalla vita, plagiati e danneggiati nella psiche, non sono perduti». Domandano in tutti i modi una famiglia. «Hanno tempi di recupero incredibili. Rifioriscono, una volta trovata la coppia che li sappia accettare, pur con il loro bagaglio di difficoltà». Che per lo più dipende dall’eredità di chi li ha messi al mondo, e poi li ha dovuti abbandonare.

I maltrattamenti

  Solo nel 2012, l’équipe di Villa composta da tre assistenti sociali, otto giudici onorari (quasi tutti psicologi) e 4 togati ha abbinato 109 bambini in cerca di casa. Dai neonati (26 l’anno scorso i non riconosciuti) che oggi
trascorrono solo pochi giorni in ospedale prima di venire assegnati, ai ragazzini di dieci anni o poco più. «Un terzo ha subìto abusi sessuali e maltrattamenti», altri sono figli di storie di tossicodipendenza, bimbi contesi, manipolati, a rischio devianza e depressione, che «desiderano e meritano una vita normale e un affetto  esclusivo». Quello che non hanno mai avuto.

  I problemi economici

  Ma le difficoltà economiche hanno frenato lo slancio di molti genitori ad adottare: se nel 2009 sono state 830 le mamme e i papà richiedenti, con l’avvento della crisi, nel 2010, il numero è drasticamente sceso: 718, poi 641 nel 2011 e 650 nel 2012. Per ciascuna coppia, il Tribunale fa un lavoro certosino di selezione: «Si contano sulle dita di una mano i genitori disponibili e poi idonee al caso specifico. Siamo in forte difficoltà ad assegnare i grandicelli, ma chiediamo uno sforzo a chiunque fosse interessato. Accettiamo anche single e coppie da tutta Italia».

  Non è importante che «i genitori siano giovani – continua il giudice –, meglio se hanno già figli. Non è questione di capacità economica, ma di disponibilità a accogliere un progetto di vita». La famiglia in molti casi cambia loro la vita. E’ il caso di una ragazzina di 12 anni abusata. «Era da raccogliere a pezzettini, è rinata con i genitori adottivi». Fondamentale la mediazione dei servizi psicologici e sociali, per aiutare il minore e mamma e papà a sopportare il museo degli orrori che torna a galla. Su questo punto l’Anfaa (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie) avverte: «Non si può pensare a un’adozione se non c’è un’accettazione reciproca di figli e genitori. Per questo, è essenziale una fase di conoscenza e presentazione», dice Frida Tonizzo.

  Le richieste

Anche il 2013 inizia con molte richieste: c’è per esempio il caso di un gruppo di fratelli, per cui le assistenti sociali del Tribunale cercano famiglie che si conoscano e li facciano giocare insieme. L’unione fa la forza, soprattutto per chi deve lasciarsi alle spalle un passato di ingiustizie e sofferenza.

Le difficoltà

«Fatichiamo soprattutto a trovare dei genitori per gli adolescenti»

LA STAMPA, 15 marzo 2013, pag, 61

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