Se l’ingresso al ristorante


 E' vietato ai bimbi perché disturbano

di Pino Capellini

  «Mi dispiace ma non accettiamo più bambini nel nostro ristornate». Questo è quello che mi sono sentita rispondere quando ho chiamato per prenotare una cena in una trattoria di Alzano Lombardo alcuni mesi fa. 

  Da anni frequento quel ristorante; avevo prenotato varie volte anche dopo la nascita di mia figlia senza alcun problema ma da una settimana all’altra tutto è cambiato.

  La loro motivazione è stata semplice e agghiacciante: «Disturbano!». Incredula e seccata per l’accaduto, ho chiesto a un amico, la settimana successiva, di prenotare lui un tavolo per quattro nella stessa trattoria nella speranza che tutto questo fosse stato solo uno spiacevole episodio.

  E invece è cambiato solo il modo di vietarlo; non più rifiutandoli esplicitamente ma chiedendo indirettamente e più volte se la prenotazione del tavolo comprendesse solo adulti. A seconda della risposta che si fornisce, c’è o meno disponibilità di prenotazione. Appurato che non metterò più piede in quel locale, mi domando se può un gestore di una trattoria scegliere di vietare l’accesso a un cliente che ha con se un bambino?

 Lettera firmata

«Non metterò più piede in quel locale».

Ma per fortuna è un episodio isolato

  Gentile signora, la prima reazione è stata di incredulità. Ma è possibile? Con qualche riflessione, naturalmente. 

Adesso che a cani e gatti vengono riconosciute, ben giustamente, tutele non solo come amici dell’uomo ma
come presenze importanti nella nostra società; e adesso che si possono portare sui treni e sugli autobus e lasciare anche sotto i tavoli di bar e ristoranti (purché non disturbino, naturalmente), per il bambino invece si stabilisce, a priori, che «disturbi» e che perciò, a differenza del cane, è un ospite non gradito. Non conosco il locale, il suo titolare e se la trattoria in questione sia stata al centro di qualche sgradevole episodio (non per colpa di bambini bensì, penso, degli adulti che li tirano su male), ma mi sembra che il non volere bambini perché «disturbano» sia un grosso errore. Quel ristoratore sbaglia e mette tristezza sapere che non gradisca avere bambini seduti ai suoi tavoli.

  Un episodio isolato, perché posso garantire che altrove, vedi gli sconti che praticano gli alberghi proprio per richiamare le famiglie e i menu studiati appositamente per i più piccoli in ristoranti e pizzerie, i bambini sono ben accetti e accolti a braccia aperte. Non fosse solo che per ragioni di cassetto.

L’Eco di Bergamo, 7 febbraio 2013, pag, 44

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