Il dono segreto ai figli


Diario di una madre qualunque

Mammamondo

  Daniela è di quelle mamme che hanno rinunciato alla carriera per seguire i figli. Era ricercatrice all'università, ma si è stufata di vedersi passare davanti gente meno qualificata di lei e ha pensato che le sue capacità non sarebbero state così mortificate se impiegate al meglio nel fare la mamma.

  Certo, ci vuole una certa dose di solidità e maturità per scrivere serenamente sulla carta di identità: “professione casalinga” dopo una vita sui libri.

  Poi conosci Davide e Simone, i suoi bambini.

A scuola rimangono, come gli altri, anche per una parte del pomeriggio. Però a pranzo la mamma viene a prenderli e se li porta a casa dove hanno il tempo di rilassarsi un attimo, mangiare quello che ha cucinato lei e uscire per un po' dal frastuono costante delle aule, del refettorio. Poi vanno a karate, nuoto e pianoforte. Se sono in anticipo leggono.

  Ho chiesto a Davide consiglio per regalare un libro e mi ha suggerito molti titoli e per ciascuno le sue impressioni, dettagliate, entusiaste.

 Ha 10 anni e forse legge meglio della maestra. Però un sacco di libri glieli legge ancora la mamma. In macchina non manca mai un volumetto e, se c'è tempo, la mammautista si trasforma in mammalibro. Oppure la mattina, dopo colazione, al pomeriggio o la sera, prima che ciascuno continui la sua lettura solitaria, lei legge per loro: si siedono tutti e tre insieme e dalle pagine escono storie, personaggi,
paesaggi, suoni.

  Li guardo e non posso che pensare che saranno loro a continuare idealmente la carriera della mamma. O forse no, magari faranno tutt'altro.

  Quello di cui sono certa, però, è che prima o poi, ovunque saranno nel mondo, nella loro mente riaffiorerà il ricordo di come lei pronunciava la “r”, di come la “p” scoppiettava fra le labbra, del dondolare del suono della voce nelle domande, nelle esclamazioni.

  A volte ci vuole dominio dei propri nervi per essere sereni e appagati stando tutto il tempo con i bambini.
  Però loro un giorno ricorderanno e quella voce calma, che disegnava il mondo nel silenzio, rimarrà.

Il fatto Quotidiano, 21 gennaio 2013, pag, 19

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