di Simona Verrazzo
Dopo denunce sia interne sia da parte di
organismi internazionali, l’Australia ha deciso di fare chiarezza sulle
sterilizzazioni forzate ai disabili: la Commissione affari comunitari del
Senato federale ha aperto un’inchiesta sulle «sterilizzazioni non volontarie o
forzate su persone con disabilità in Australia». Fino al 22 febbraio 2013 – si
legge sul sito del Parlamento australiano – privati o associazioni possono
inviare le loro segnalazioni, mentre un rapporto verrà reso pubblico il 24
aprile 2013.
«Le sterilizzazioni forzate andrebbero
considerate un reato» ha spiegato al Sydney Morning Herald Graeme Innes,
commissario sulle discriminazioni contro i disabili nella Australian Human
Rights Commission. Denunce di quanto sia diffusa la pratica emergono ora anche
dalla società civile. «Ci sono medici pronti a sterilizzare donne disabili – ha
dichiarato alla tv Abc Leanne Dowse, dell’Università del Nuovo Galles del Sud –
spesso con procedure invasive e traumatiche». Anche le istituzioni
internazionali fanno pressing contro le sterilizzazioni forzate: in ottobre è
arrivata una dura presa di posizione dell’Associazione medica mondiale durante
l’assemblea generale che si è svolta a Bangkok.
In Australia è da oltre un anno che è aperto
il dibattito sull’applicazione della legge che oggi per la sterilizzazione
prevede un’autorizzazione del tribunale (e già questa norma pare alla nostra
sensibilità assai più
che discutibile): nel settembre del 2011, Graeme Innes ed
Elizabeth Broderick, anche lei commissario per le discriminazioni contro i
disabili, avevano lanciato un appello al procuratore generale del Paese
affinché vengano proibite le sterilizzazioni forzate sui bambini, al di là
della loro disabilità, e le stesse pratiche su adulti disabili. Secondo quanto
scrisse il quotidiano australiano The Age, Innes e Broderick hanno le prove di
medici che aggirano l’attuale legge. Secondo l’associazione Women With
Disabilities Australia, le ultime sterilizzazioni su donne disabili risalgono
al 2001.
La pratica delle sterilizzazioni forzate su
persone con disabilità, presentata come necessaria perché potrebbero essere
soggette a violenze sessuali, è stata particolarmente diffusa tra anni ’70 e
’80, si dice anche in Paesi del nord Europa come Norvegia e Danimarca. A lungo
in Australia l’argomento è stato tabù, con un conseguente caos sui numeri:
secondo un dossier del 1997 prodotto dalla Australian Human Rights Commission,
tra il 1992 e il 1997 ne furono denunciate 17, mentre secondo le statistiche
della Health Insurance Commission in quello stesso periodo gli interventi
effettuati sarebbero stati ben 1045.
Avvenire, 8 novembre 2012,
pag, 355
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