Troppo in fretta. La comparsa
dei primi segni puberali è considerata normale a otto anni per lei e nove anni
per lui
di Adriana Bazzi
Otto anni per le femmine e nove per i maschi:
a questa età la comparsa dei primi segni di sviluppo puberale è considerata normale.
Ma se questi appaiono prima, a sette anni, sei o addirittura a tre o quattro
per le bambine e a quattro o cinque per i maschi, allora si parla di pubertà
precoce vera e propria.
E qui possono entrare in gioco fattori
diversi da un semplice risveglio di ormoni, stimolato dalla genetica o
dall’ambiente. «Le cause più frequenti di questa condizione? — dice Giuseppe
Chiumello, pediatra all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano —. Sono
le cisti ovariche, certi tumori e alcune lesioni dell’ipotalamo (è la ghiandola
che produce gonadotropine, ormoni che vanno poi a stimolare l’ipofisi, la quale
a sua volta governa la secrezione degli ormoni sessuali femminili e maschili,
ndr)».
Ecco perché di fronte alla comparsa di una
pubertà precoce (più frequente nelle femmine, con un rapporto di 10 a 1
rispetto ai maschi) la consultazione di un pediatra è indispensabile:
l’obiettivo è quello di ricercare le cause ed eventualmente adottare le terapie
più opportune.
«È evidente che quanto più precocemente si
manifestano i segni della pubertà, tanto più la situazione è allarmante e va indagata
a fondo. Ma anche di fronte a una loro comparsa attorno agli otto anni per le
femmine e ai nove per i maschi, vale la pena di fare qualche controllo. Perché
anche in questi casi può trattarsi di una vera pubertà precoce dovuta, per esempio,
a una cisti ovarica. Ogni caso è a se stante: la media statistica dell’età di
insorgenza vale per la popolazione in generale, ma non per un singolo
individuo».
Quello che deve preoccupare genitori e
pediatri è la rapidità delle trasformazioni: quando si tratta di una pubertà
anticipata o di una pubertà cosiddetta idiopatica (che non riconosce cioè cause
organiche), l’evoluzione è lenta, mentre è accelerata quando sono presenti
cause organiche.
Quando trattare la pubertà precoce? «Le cause
organiche, come una cisti, vanno rimosse — precisa Chiumello —. È possibile poi
somministrare farmaci che bloccano gli ormoni ipofisari, soprattutto quando si tratta
di bambini piccoli».
Più difficile è decidere se fare o non fare
un trattamento nelle bambine fra i sei e gli otto anni. Secondo una revisione della
letteratura scientifica appena pubblicata sulla rivista The Obstetrician and
Gynecologist, le ragazze con pubertà precoce possono andare incontro a una
serie di problemi fisici e psicologici.
Benché, infatti, siano più alte delle
coetanee, perché le ossa maturano prima, lo sviluppo precoce può poi portare a un
arresto anticipato della crescita e compromettere quindi l’altezza definitiva.
D’altra parte, può succedere che le persone
si aspettino comportamenti più adeguati alla maturità fisica che all’età, creando
disagio e senso di inadeguatezza nella ragazzina.
Un’eventuale decisione terapeutica dovrà
tenere conto di tutti questi fattori e avere come obiettivo quello di bloccare lo
sviluppo e possibilmente annullarne le manifestazioni cliniche, garantire una
crescita normale in altezza e evitare il disagio psicosociale e
comportamentale. Per questo il ruolo dello psicologo, accanto a quello del
pediatra è fondamentale.
I
motivi
Possono
entrare in gioco elementi diversi dal semplice risveglio di ormoni, stimolato
dalla genetica oppure dall’ambiente
Il
segnale
Quello
che deve preoccupare i genitori e i pediatri è la rapidità delle
trasformazioni: sono accelerate quando sono presenti cause organiche
Corriere della Sera, 25 novembre 2012, pag, 46
Nessun commento:
Posta un commento