di Michele Bocci
Non ha niente a che fare con il ritardo nel
taglio del cordone una pratica che si sta facendo strada anche in Italia,
seppure con numeri ancora molto ridotti. Si chiama “lotus birth”. Chi la
sceglie decide di non staccate la placenta dal neonato. Questa viene messa
sotto sale, tenuta accanto al bambino e riportata a casa. Si aspetta poi che il
cordone si stacchi naturalmente, cosa che può avvenire dopo qualche giorno, di
solito una decina. Non ci sono prove, però, di effetti benefici. A lanciarla,
negli anni Settanta, un’ostetrica californiana che riteneva il taglio del
cordone una forma di violenza.
In Italia la prima a nascere con il metodo
"lotus birth" è stata una bimba al Sant'Anna di Torino. Nel marzo
scorso, invece, hanno adottato questa tecnica i genitori di un neonato del San
Camillo di Roma. In quell'occasione, il presidente della Società italiana di
ginecologia e ostetricia, Nicola, definì il “lotus birth” una “moda che non
porta alcun beneficio e che invece può provocare problemi di tipo igienico.
Dopo un certo periodo infatti la placenta va in necrosi”.
La Repubblica, 20 agosto
2012, pag, 21
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