Tre Volanti sul
posto per le grida disperate di una donna
Mamma e neonata egiziane ora
stanno bene
di Katia Perrini
Le grida strazianti. Di dolore. La telefonata
al 113: «Venite c’è una donna che urla». E tre Volanti che corrono verso la
Magliana. A bordo sei poliziotti che si aspettano una situazione di
aggressione, di violenza nei confronti di una donna. E, invece, quella donna è
riuscita a trascinarsi sino alla porta della sua abitazione, in via Cutigliano,
per chiedere aiuto. Manon è ferita, urla perché
ha le doglie. Anzi, sta proprio per partorire. «E chi se lo aspettava?
–spiega Marco Catese, capo pattuglia della Volante 15, arrivata sul posto
assieme alle Volanti 16 e 12 della III sezione, dirette da Eugenio Ferraro – Ci
siamo trovati davanti a una situazione completamente diversa rispetto a quella
segnalata alla sala operativa».
Alle spalle della donna, che è egiziana e
parla poco e male l’italiano, c’è sua figlia Sara, appena due anni, che piange disperata.
«L’abbiamo presa da parte e abbiamo cercato di calmarla - spiega ancora Catese
- faceva tenerezza, poverina, era terrorizzata e piangeva con certi lacrimoni».
Per fortuna di lì a poco è arrivato il papà che si era allontanato per andare a
prendere uno zio, che avrebbe dovuto accompagnare tutti al San Camillo, e ha
fornito agli agenti asciugamani e cuscini.
«Un grande aiuto – prosegue il racconto del
capopattuglia – ce l’hanno datole vicine di casa che si sono trasformate in vere
e proprie ostetriche. L’ambulanza tardava ad arrivare e, nel frattempo, la
donna ha partorito». Il pianto della piccola, provocato da una delle
vicine-ostetriche, ha fatto pensare che tutto era andato bene, che la neonata
era viva. Il nome scelto è Jana.
«L’abbiamo adagiata sul letto accanto alla
mamma e l’abbiamo coperta con un piumone, nell’attesa dell’arrivo
dell’ambulanza». Ancora il cordone ombelicale attaccato al corpo della bambina,
la giovane mamma, 28 anni,
stremata ha ringraziato i suoi angeli custodi.
«Anche se ho assistito al parto dei miei
figli - dice Catone - è stato tutto diverso. Nessuno di noi era preparato. E vicino a noi non c’era
nessun medico o infermiere. C’era un problema reale da risolvere in prima
persona».
Così quei sei uomini convinti di dover sedare
una rissa e di dover prestare aiuto e soccorso, si sono ritrovati
all’improvviso a fare da aiuto ostetrica.
Poi tutti dietro all’ambulanza per accertarsi che mamma e piccola
arrivassero sane e salve in ospedale. Al seguito anche l’automobile con marito,
zio e figlioletta di due anni, ancora spaventata ma molto più tranquilla.
La neonata e la sua mamma ora stanno bene e
presto usciranno dall’ospedale per tornare a casa. Per gli agenti la
soddisfazione di aver contribuito a far nascere una nuova vita. E i
ringraziamenti del papà e dello zio, che gestiscono un garage alla Magliana.
«Senza di voi non ce l’avremmo fatta!».
Il Tempo, 13 dicembre 2012, pag, 7
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