Pancera salva-bimbo per un parto naturale

La sperimentazione del sistema di monitoraggio e pressione per accompagnare la fase espulsiva del travaglio. Tempi ridotti da 120 a 38 minuti.

di Giuseppe Filetto


  Un parto con le manovre “improprie” (cosiddette Kristeller) per facilitare l’espulsione, può anche essere problematico. Soprattutto in un Paese dove c’è il record europeo di cesarei, come segnalano le cifre fornite dal Dipartimento Materno-Infantile della Asl di Empoli, diretto da Marco Filippeschi: 12 donne su 100 ricorrono al taglio cesareo durante il travaglio, per il 30% si rende necessario l’uso del vacuum, più dell’80% riportano lacerazioni; le complicazioni neonatali più del 20%, quelle materne superiori al 45%. Nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Empoli 80 gestanti nel 2011 si sono sottoposte ad una sperimentazione clinica: quaranta hanno partorito con il metodo tradizionale, cioè con la manovra Kristeller; altrettante con un dispositivo medico composto da una fascia gonfiabile, controllata da un sistema computerizzato, che applicata sull’addome accompagna la fase espulsiva del travaglio. Si chiama “baby-guard”.

  I risultati del protocollo sono stati sorprendenti per lo stesso primario che lo ha sperimentato. I tagli cesarei sono stati azzerati, il ricorso al vacuum e le lacerazioni vagino-perineali scese al 10%, la durata del periodo espulsivo da 120 minuti a 38; zero complicanze neonatali su tutti i 40 casi; soltanto tre donne hanno riportato complicanze. Tant’è che il dispositivo medico ha ottenuto l’approvazione del comitato etico dell’ospedale Careggi, dell’area vasta di Firenze (è necessaria per sperimentazioni di un certo rilievo), ed è stato registrato all’Istituto Superiore della Sanità.


  Ottanta casi bastano per stabilire se la “pancera” sia affidabile o no? «La sperimentazione è più di quella che la ricerca chiede per la certezza sulla validità medica — risponde Filippeschi — sarebbero bastati 32 casi per avere riscontro scientifico attendibile». Il “baby-guard” (direttore del progetto è la ginecologa Luisa Acanfora, università di Firenze) è stato presentato recentemente al congresso di Ostetricia e Ginecologia. «È un dispositivo medico multifunzionale — spiega Acanfora — composto da una fa Maternità scia ergonomica monouso a tre camere, che collegata ad un computer si gonfia e si sgonfia, fornisce la dovuta pressione, seguendo le contrazioni uterine, i battiti cardiaci della mamma e del bambino». I segnali bioelettrici, raccolti attraverso i sensori e interpretati da una “scatola nera”, provvedono a fornire la dovuta pressione alla “pancera”, stimolando le contrazioni uterine durante l’espulsione del feto.

la Repubblica, 5 Giugno 2012, pag, 42

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