GUERRA AGLI SPRECHI
Controlli a campione negli ospedali
Il governo manda i Nas in
sala parto
Il ministro della Salute
Balduzzi chiede ai carabinieri di verificare la reale necessità degli
interventi. Verranno visionate cartelle cliniche ed ecografie
di Francesca Angeli
Renato Balduzzi manda i carabinieri
in sala parto. In Italia denuncia il ministro
della Salute, si ricorre con troppa facilità al cesareo, spesso anche quando non
occorre. Balduzzi dunque chiede ai Nas di attivare «azioni di controllo a
livello nazionale per accertare l’utilizzazione non appropriata del ricorso al
parto cesareo nei reparti di ostetricia» sia degli ospedali pubblici si a dei privati
accreditati. Di fronte alla scelta di intervenire con un cesareo al posto del parto
naturale saranno i carabinieri a verificare se ci si trova di fronte a
«comportamenti opportunistici dolosi». In somma l’Arma dovrà accertare se il medico
ha fatto ricorso all’intervento non per una reale necessità ma per intascare
più soldi visto che un cesareo comporta costi superiori rispetto a quelli di un
parto naturale.
La richiesta del ministro ai Nas è molto
circostanziata: i carabinieri «svolgeranno azioni di controllo a campione,
acquisendo fotocopia della cartella clinica e della documentazione ecografica
della paziente, autenticata dalla direzione sanitaria e i file che contengono
le copie elettroniche delle cartelle»
In una nota del governo si ricorda la
Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario,
presentata alla Camera nel dicembre scorso. Proprio in quella occasione Balduzzi
aveva denunciato come fosse «assolutamente intollerabile il di vario sul territorio
per il ricorso ai cesarei». Il ministro faceva notare la differenza tra il 23
per cento del Friuli e il 62 per cento della Campania oltretutto «senza che un
maggiore ricorso al cesareo porti ad un miglioramento degli esiti clinici».
E questa ultima osservazione
è sicuramente quella sulla quale riflettere ed intervenire. Spesso il maggior numero
dei cesarei si registra in regioni dove la sanità funziona peggio che in altre.
Ci sono le statistiche a dimostrare che sono proprio le regioni con i conti della
sanità in rosso e che spendono di più ad avere il servizio sanitario peggiore, insomma
più spesa non corrisponde mai ad una maggiore qualità del servizio. Non c’è
dubbio comunque che in Italia i cesarei siano in continuo aumento. I dati più
aggiornati riferiscono che sono saliti al 37 per cento del totale mentre l’Organizzazione
mondiale della sanità indica come appropriata una percentuale del 14 per cento sul
totale dei parti.
il Giornale, 11 febbraio
2012, pag, 22
grazie
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