Massimo
Diana
La saggezza delle
fiabe
Paoline, pag.136, Euro 12,50
IL VOLUME – Perché un libro sulle
fiabe da proporre come valido strumento nella catechesi?
Perché le fiabe ci mettono in contatto con l’altra parte di noi,
quella che tendiamo a non ascoltare e che dalle profondità del nostro essere ci
invita a non disperare quando siamo in difficoltà, a non disprezzare troppo in
fretta il nostro destino: può darsi che, come è capitato al figlio del
mugnaio ne Il gatto con gli stivali, da quel poco che ci viene
dato otterremo non solo il necessario per sopravvivere, ma addirittura lo
straordinario per una vita assolutamente impensabile
Le fiabe raccontano la nostra
storia, non parlano d’altro che degli eterni e universali conflitti che
ciascuno di noi incontra nel divenire se stesso, nel suo quotidiano costruirsi
in umanità. Esse non stancano di ripeterci che anche l’impossibile può divenire
realtà e ci dicono che, certamente, una meta di pace, di pienezza e compimento,
di felicità, esiste, ed è a portata di mano.
In questa pagine Massimo Diana
propone la lettura di cinque fiabe – L’acqua
della vita, La serpe bianca, I musicanti di Brema (tutte e tre dei fratelli
Grimm), Il gatto con gli stivali (di
Perrault) e la fiaba africana Kirikù e la
strega Karabà – che commenta e interpreta, gettando luce su dinamiche
quotidiane ma spesso disconosciute delle relazioni umane.
Proprio le fiabe possono aiutarci
ad assimilare più a fondo e a vivere con maggiore verità quei valori e quei
significati universali e senza tempo che sono indispensabili per dare un senso
alla vita e diffondere intorno a noi fiducia e speranza.
.
UN BRANO - “Cera una volta tanto tempo fa, un re, famoso in tutto il
paese per la sua saggezza: nulla gli era ignorato e sembrava che attraverso
l’aria gli giungesse notizia delle cose più segrete. Ma aveva una strana
abitudine: ogni giorno, a pranzo, quando era sparecchiata e non c’era più
nessuno, un servo fidato doveva portare
ancora un piatto. Il piatto, però, era
coperto e nemmeno il servo sapeva che cosa ci fosse dentro; nessuno lo sapeva,
perché il re non lo scopriva e non ne gustava se non quando era proprio solo.
La cosa era durata un bel po’,
finché un giorno il servo, portando via
il piatto, fu preso dalla curiosità, non poté resistere e se ne andò col piatto
in camera sua. Chiusa accuratamente la porta, sollevò il coperchio e vide che
c’era dentro una serpe bianca. Vedendola, non poté trattenersi dall’assaggiarla;
ne tagliò un pezzettino e se lo mise in bocca. Ma appena lo sfiorò con la
lingua, udì dalla finestra uno strano bisbiglio di voci sottili. Si avvicinò e
stette in ascolto; s’accorse che erano i passeri, che conversavano insieme e si
raccontavano tutto quel che avevano visto nei campi e nei boschi. Aveva
assaggiato la serpe e poteva capire il linguaggio degli animali.
Ora avvenne che proprio quel giorno la regina smarrì il suo più
bell’anello, che poteva entrare dovunque, cadde il sospetto di furto. Il re lo
fece chiamare e con violenti rimproveri lo minacciò di condannarlo come reo, se
entro quel giorno non avesse indicato il malfattore. A nulla valsero le sue
proteste d’innoccenza; quell’ingiunzione fu il suo congedo.
Inquieto e timoroso, andò nel cortile, e pensava come uscir da quelle
strette. Nel cortile, vicino a un ruscello, riposavano tranquille le anitre,
l’una presa l’altra; il li rilasciavano le piume col becco e si facevano le
loro confidenze. Il servo si fermò ad ascoltarle. Si raccontavano dov’erano
andate a spasso quella mattina e che buoni bocconi avevano trovato. Una disse
stizzita: “Ho un peso sullo stomaco, un anello che era sotto la finestra della
regina; nella fretta l’ho ingoiato”. Subito il servo l’afferrò per il collo, la
porto in cucina e disse al cuoco : “Ammazza questa, è ben pasciuta”. “Sì”,
disse il cuoco, e la soppesò, “non ha risparmiato fatica per ingrassare e già
da un pezzo aspettava di essere arrostita”. Le tagliò il collo, e quando fu
sbuzzata le trovarono nello stomaco l’anello della regina. Ora il servo poté
facilmente dimostrare la sua innocenza davanti al re e questi, volevano
riparare il suo errore, gli permise di chiedere una grazia gli offrì la carica
più alta che potesse desiderare a corte”.
INDICE DEL VOLUME – Introduzione, Non rinunciare ai tuoi sogni! – I. L’acqua
della vita – La situazione di partenza: le parti inconciliate – I tre
fratelli – I due mondi – II. La serpe
bianca – La saggezza del re – La serpe bianca e il linguaggio degli animali
– Il buon cuore del servo – La principessa sdegnosa – III. Il gatto con gli
stivali – L’eredità - Il gatto e la sua strategia – Affidarsi – IV. Kirikù
e la strega karabà – Kirikù e sua madre - Il dilagare del male – Alle radici
del male – V. I musicanti di Brema –
Invecchiare - I briganti del bosco – Strumenti della vita, per la vita
L’AUTORE - MASSIMO DIANA, filosofo, è autore
di diversi saggi sulla necessità di un incontro fecondo tra religione,
psicologia del profondo e filosofia, nella convinzione che è solo nel crocevia
tra questi saperi e linguaggi che è possibile aiutare efficacemente l’uomo nel
compito di costruirsi in umanità (tra gli ultimi Le forme della religiosità.
Dinamiche e modelli psicologici della maturità religiosa, Edizioni A Dehoniane,
Bologna 2006; Contaminazioni necessarie. La cura dell’anima tra religioni,
psicoterapie e counselling filosofici, Moretti & Vitali, Bergamo 2008).
Sull’universo delle fiabe, delle leggende, dei miti, ha già pubblicato presso
la Elledici le raccolte: Fiabe per crescere (2005) e Fiabe per amare. Lo
sviluppo psichico raccontato attraverso il linguaggio delle fiabe (2007) e
anche Incarnazione. Percorsi di umanizzazione. 1. Figure dell’amore, Moretti
& Vitali, Bergamo 2009
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