Tradizioni consolidate nel tempo si rivelano preziose per
la longevità
di Elena Meli
Quale prevenzione è possibile negli anziani, fin
dove ha senso spingersi? La domanda campeggiava come titolo di una relazione discussa
al Congresso europeo di cardiologia. La risposta è nella miriade di ricerche che
offrono spunti e consigli utili agli over 65, una schiera sempre più ampia di
persone spesso in buona salute e con tutta l'intenzione di mantenersi pimpanti
per parecchi anni a venire. Dando per scontato che arrivati a questo punto
della vita si è capita l'importanza di una buona alimentazione e dell’attività
fisica, si scopre ad esempio che anche un saltuario digiuno può essere utile:
lo studio greco Ikaria sugli abitanti ultraottantenni dell'omonima isola (una
delle cosiddette "zone blu" dove l'aspettativa di vita è maggiore che
altrove, come certe aree della Sardegna od Okinawa, in Giappone) ha dimostrato
che il "venerdì di magro" legato alle tradizioni religiose è una
costante nella vita di chi vive più a lungo. Il 75% dei più longevi, inoltre,
si concede tutti i giorni un pisolino dopo pranzo; nove superanziani su dieci
sono ancora fisicamente attivi e camminano quotidianamente almeno una quindicina
di minuti, abitudine che pare garantire almeno tre anni di vita in più rispetto
a chi non muove un passo. E a conferma del fatto che la serenità aiuta a
mantenere il cuore (e non solo) in piena salute, il 94% degli ultraottantenni
non vive da solo, ma con figli, nipoti o altri parenti.
«La "superpillola" potrebbe aiutarci
a risolvere il problema della scarsa aderenza ai trattamenti da parte degli
anziani, che spesso non prendono i farmaci
per la prevenzione cardiovascolare perché il medico stesso non li
prescrive, convinto che "non ne vale la pena", o anche perché devono
già prendere medicine per i dolori o per altre malattie che peggiorano nettamente
la loro qualità di vita: volendo farsi uno "sconto" sulle pillole da
prendere, molti trascurano quelle per la pressione alta o il colesterolo in
eccesso, problemi che non danno sintomi eclatanti — osserva Niccolò Marchionni,
presidente della Società Italiana di Gerontologia
e Geriatria —. La poli pillola però è un farmaco poco versatile, in cui le dosi
sono fisse, per cui non sarà l'ideale per tutti. Detto ciò, oggi sappiamo che è
opportuno dare farmaci per la prevenzione anche in chi è arrivato a settanta od
ottant’anni senza aver mai avuto infarti o ictus. È certo, ad esempio, che
abbassare la pressione agli anziani ipertesi riduce la mortalità e gli eventi
cardiovascolari, o che diminuire la glicemia tiene alla larga le complicanze del
diabete anche dopo i 70 o gli 80 anni».
Sali sulla bilancia per
conoscere la tua pressione
Per riconoscere presto e bene l'ipertensione,
uno degli elementi di rischio cardiovascolare più importanti, potrebbe bastare
pesarsi con regolarità. È un consiglio, valido a tutte le età, che emerge da
uno studio dell'Università di Tokyo presentato a Parigi: pare infatti che un'indice
di massa corporea superiore a 23 per gli uomini (come essere alto un metro e
ottanta e pesare oltre 75 chili) e 22,7 per le donne (62 chili per un metro e
65) si associ a un rischio doppio di ipertensione rispetto a quello di chi è
decisamente magro, con un indice di massa corporea attorno a 20 (negli stessi
esempi riportati, 65 chili per l'uomo e 54 per la donna).
Corriere della Sera, 11 settembre
2011, pag.52
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