L’assunzione
giornaliera di ferro durante la gravidanza è stata associata a un
significativo aumento di peso alla nascita, con una conseguente
riduzione del rischio di basso peso neonatale
LM&SDP
quantità adeguate pare sia utile non solo per prevenire l’anemia, ma anche per evitare un basso peso alla nascita, promuovendone un aumento.
Poiché
una situazione di anemia durante la gravidanza è stata in passato
collegata a un aumentato rischio di parto prematuro e basso peso alla
nascita, un team di ricercatori britannici e statunitensi del
Departments of Epidemiology and Nutrition – Harvard School of
Public Health, hanno voluto indagare gli effetti di una carenza o, al
contrario, di un adeguato apporto di ferro durante la gestazione.
Lo
studio revisionale, i cui risultati sono stati pubblicati sul British
Medical Journal (BMJ),
ha
preso in esame oltre 90 studi, di cui alcuni randomizzati e alcuni di coorte, che coinvolgevano quasi 2 milioni di donne. L’analisi dei dati relativi agli studi clinici randomizzati ha permesso ai ricercatori di stabilire che se da una parte l’assunzione di ferro aumenta i livelli medi di emoglobina nelle donne incinte, riducendo significativamente il rischio di anemia – rispetto ai gruppi controllo – dall’altra non vi erano evidenze circa una riduzione del rischio di nascita prematura.
preso in esame oltre 90 studi, di cui alcuni randomizzati e alcuni di coorte, che coinvolgevano quasi 2 milioni di donne. L’analisi dei dati relativi agli studi clinici randomizzati ha permesso ai ricercatori di stabilire che se da una parte l’assunzione di ferro aumenta i livelli medi di emoglobina nelle donne incinte, riducendo significativamente il rischio di anemia – rispetto ai gruppi controllo – dall’altra non vi erano evidenze circa una riduzione del rischio di nascita prematura.
Per
contro, l’analisi degli studi di coorte ha invece mostrato che vi
era un rischio significativamente più elevato di basso peso alla
nascita e parto pretermine nelle donne con anemia nel primo o secondo
trimestre di gravidanza. Una ulteriore analisi dei dati ha poi
indicato che per ogni aumento di 10 mg della dose di ferro assunto al
giorno (fino a 66 mg al giorno), vi era un rischio di anemia materna
era inferiore al 12%. Oltre a ciò, il peso alla nascita è aumentato
di 15 g e il rischio di basso peso alla nascita è diminuito del
3%.
«I
nostri risultati – scrivono gli autori – suggeriscono che l’uso
del ferro nelle donne durante la gravidanza può essere utilizzato
come strategia preventiva per migliorare lo stato ematologico materno
e il peso alla nascita». A conclusione dello studio, i ricercatori
chiedono che vi possa essere «una rigorosa valutazione
dell’efficacia dei programmi di assistenza prenatale esistenti nei
Paesi a elevato rischio per individuare le lacune in politica e
attuazione dei programmi». Allo
stesso modo «[…] valutare l’efficacia di altre strategie, come
il rafforzamento e la diversificazione alimentare».
La
Stampa, 24 giugno 2013
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