Le
donne che allattano devono soddisfare l'eccezionale fabbisogno di
energie che le riguarda e assicurare al piccolo i nutrimenti per la
sua crescita, come spiega la dott.sa Stefania Setti.
Di
Luca Palestra
Si
tratta di una questione che riguarda la qualità e la quantità di
quanto ingerito, come ci spiega la dottoressa Stefania Setti, Medico
Nutrizionista responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica e
Dietologia di Humanitas Gavazzeni.
Dottoressa
Setti la mamma che allatta, dal punto di vista nutrizionale, deve
pensare più a se stessa o più al suo bambino?
«Deve
riuscire a trovare il giusto equilibrio, perché se è vero che da
una parte la salute del bambino dipende da quanto ingerisce
attraverso il latte materno, è altrettanto vero che la madre nel
periodo dell’allattamento ha bisogno di adottare una dieta che le
permetta di soddisfare l’eccezionale fabbisogno energetico che la
riguarda. Senza dimenticare, inoltre, il fatto che quando allatta ha
bisogno di reintegrare gli abbondanti liquidi persi: dovrebbe
assumere almeno 2/2,5 litri al giorno tra acqua, tisane, brodo… ».
«Sì,
una mamma che allatta consuma circa 500 calorie in più rispetto a
quello che è il suo normale fabbisogno giornaliero. È consigliabile
seguire un frazionamento giornaliero dei pasti, introducendo uno
spuntino in mattinata e nel pomeriggio. Essenziali sono le proteine
nobili, ovvero quelle animali contenute in carne e pesce, oppure
quelle vegetali dei legumi da assumersi però preferibilmente in
associazione a carboidrati complessi ovvero pasta, riso e pane. La
dieta inoltre dovrebbe essere ricca di frutta e verdura fresche di
stagione, ricche di vitamine e minerali, sempre accuratamente lavate
con appositi prodotti nonché di calcio e fosforo, contenuti nel
latte e nei formaggi. Per quanto riguarda lo sviluppo del bambino,
infine, una brava mamma non deve dimenticare l’acido
docosaesaenoico, che si trova in alcuni pesci, come il tonno, le
sardine, le alici e le acciughe».
Questi
gli alimenti consigliati. Quali invece devono essere evitati?
«Soprattutto
quelli che, trasferiti attraverso il latte materno, possono influire
sullo stato di salute dei piccoli. Si tratta di
caffè, tè, bibite
tipo cola, che andrebbero evitati o perlomeno assunti con moderazione
per evitare di trasmettere al bambino sostanze eccitanti che possano
creare iperattività e difficolta nel prendere sonno. Se la donna è
toxonegativa, vanno seguite le stesse accortezze adottate durante la
gravidanza. Attenzione infine a quegli alimenti che potrebbero
provocare reazioni allergiche come alcuni frutti, come le pesche, e i
crostacei ».
Un’ultima
domanda: è vero che alcuni alimenti ingeriti dalla madre influiscono
sul sapore del latte?
«Sì,
sono alimenti dai sapori “forti”, che influiscono sul sapore del
latte, ma che non per questo risultano sempre sgraditi al bambino.
Alcune spezie possono dargli fastidio, come il peperoncino o il
curry, ma altri cibi possono anche donare un gusto ancor più ricco
al latte come i cavolfiori, le verze e alcune qualità di formaggio
dal sapore particolare, come il gorgonzola o la provola affumicata».
Il
Salute, 5
settembre 2013, pag,
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