METABOLISMO Evitiamo i gravi
rischi di disidratazione
I bambini devono bere in
modo costante, non solo quando sono assetati
L’acqua è fondamentale nella
crescita e nello sviluppo dei più piccoli.
«Il bimbo e l’adolescente bevono troppo poco.
Lo fanno quando sono assetati, cioè quando avvertono un sintomo che rivela già
uno stato di stress. Lo devono fare, invece, in modo costante durante tutto
l’arco della giornata, prevenendo la comparsa della sete, che rappresenta un
segnale di allarme che il nostro organismo ci invia», ricorda Alberto Podestà,
direttore del dipartimento materno infantile dell’ospedale San Carlo Borromeo
di Milano.
«I bambini sono particolarmente esposti al
rischio di disidratazione, dal
momento che le loro perdite giornaliere d’acqua
sono proporzionalmente più elevate rispetto ad una adulto: ancor di più, quando
i loro organismi si trovano in uno stato di stress o di debilitamento fisico»,
sottolinea il professor Umberto Soli mene, dell’università degli studi di Milano.
«Quando si manifestano le più frequenti malattie
infettive,un comune sintomo–aggiunge Soli mene-risulta essere l’aumento di temperatura
(e la conseguente sudorazione),fattori che incidono su i livelli di
disidratazione corporea. Oltre a questo, però, durante una patologia infettiva
come la gastroenterite, abbiamo un’ulteriore manifestazione che può aggravare
la situazione: la diarrea. Infatti, le perdite di acqua attraverso le feci
possono aumentare di otto volte rispetto alla norma: l’organismo si disidrata e
concentra i liquidi corporei, diminuendo anche la diuresi fisiologica e
favorendo l’accumulo di elementi che, normalmente presenti in un organismo ben
idratato, non comporterebbero problemi, ma, in caso di deficit di acqua,
portano ad alterazioni del pH. Inoltre, diminuendo la produzione di urina, non
viene favorita l’eliminazione delle tossine data la minore attività delle vie
di escrezione delle scorie. In caso di malattia infettiva, l’acqua più adatta
ai bambini risulta essere oligominerale a bassa mineralizzazione, poiché permette di non arricchire con ulteriori quantitativi di Sali minerali i liquidi corporei, concentrati per il precedente deficit idrico. In particolare, è meglio affidarsi ad un acqua contenente poco sodio, responsabile secondo alcuni studi scientifici di determinare l’insorgenza di ipertensione arteriosa, pochi nitrati e priva di contaminanti microbiologici ed inquinanti chimici.
Le acque poco mineralizzate, caratterizzate
da bassissime concentrazioni sono definite acque leggere. Hanno una vasta gamma
di ioni minerali che favoriscono la diuresi e quindi un’azione de tossicante in
caso di squilibri del metabolismo che possono portare anche alla che tosi, e
soprattutto legati a manifestazioni febbrili o in corso di gastroenteriti e infiammazioni
intestinali, contribuendo ad una più rapida eliminazione dei cataboliti tossici
attraverso i reni. Inoltre le acque a bassa mineralizzazione svolgono anche un’azione
di lavaggio cellulare a livello delle vie urinarie. Il fabbisogno di acqua per
gli adulti è di circa 1 millilitro per ogni chilo caloria alimentare introdotta
nelle 24 ore. «Peri bambini in età scolare e per gli adolescenti sono necessari
da 1,5a 2,5 litri d'acqua ripartiti nell'arco della giornata», afferma Podestà,
ricordando che è meglio evitare bevande gasate o contenenti caffeina e alcolici.
Per quanto riguarda il i podi acqua da consumare si consiglia l'assunzione di acqua
a media mineralizzazione. Ricordiamoci che l'acqua non fa ingrassare, è vitale
per la salute.
il Giornale, 7 aprile 2013,
pag, 36
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