Sos allergie, molte nascono nell’utero


Le mamme italiane Sono loro le più «anziane» dell’Ue e con l’età crescono anche i rischi per i figli

Acido folico Ancora il 20 per cento non segue le raccomandazioni-base per evitare possibili problemi ai feti

di Flavia Amabile

  Se un bambino soffre di allergia è possibile che la causa sia nella mamma. Purtroppo tutte le ricerche concordano su questo punto ma le mamme italiane, al contrario di molte altre europee, sembrano aver capito la lezione, in gravidanza si comportano molto bene, a parte qualche cedimento sul vino rosso, gli antibiotici e l’acido folico ancora poco usato.

  È quello che emerge dalla lettura dei primi dati di Europrevall, uno studio europeo che coinvolge altri 9 Stati oltre all’Italia per capire l’origine delle allergie alimentari. I risultati finali saranno noti solo fra un anno ma domani sarà divulgata la prima parte della ricerca che ha comportato il reclutamento di 1500 neonati per Paese che sono stati seguiti tramite tests sui genitori e che in Italia ha avuto come responsabile Alessandro Fiocchi, uno dei principali esperti di allergie in Italia, da poco approdato all’ospedale Bambin Gesù di Roma a dirigere il dipartimento di Allergologia.

  La realtà che emerge vede l’Italia in una situazione per nulla drammatica, la percentuale delle allergie alimentari nelle famiglie non è superiore a quella di altri Paesi europei. Ma i rischi sono molti.

  Nel mondo occidentale le allergie aumentano soprattutto nei figli di genitori laureati, di madri attempate, di famiglie poco numerose che vivono in ambienti urbani. E in Italia non mancano i fattori di rischio: le italiane che
partoriscono sono le più attempate dell’intera comunità europea, hanno 33.6 anni di età media. Le mamme hanno un discreto tasso di allergie (23.3% sono allergiche), anche se non è il più alto in Europa: siamo sesti su 9 Paesi; nel Regno Unito il 51% sono allergiche, in Islanda il 44%1.

   Sono assai istruite: più laureate di noi solo in Lituania, Regno Unito ed Islanda. E, anche se può sembrare privo di collegamento, i figli dei laureati sono più allergici. Il 60,9% delle mamme italiane limita l’assunzione di caffè e tè e il 69,9% l’assunzione di alcolici: si tratta delle percentuali di gran lunga più alte di tutta l’Ue. Ma solo il 13% elimina del tutto gli alcolici ed il 2% fa altrettanto con caffè e the. Negli altri Paesi, le mamme completamente abolizioniste sono rispettivamente fino all’85% per l’alcool (Islanda) ed al 25% per caffè e tè (Grecia).

 In linea con la popolazione europea, l’81% delle mamme italiane assumono in gravidanza acido folico ma c’è ancora un 20% che non si attiene alle raccomandazioni impartite da numerosi Paesi per evitare problemi molto seri ai feti come i difetti del tubo neurale. Alla fine i voti migliori le mamme italiane prese in considerazione dalla ricerca li hanno ottenuti su due aspetti. Sono le più snelle di tutte le altre nazioni e anche se non esistono ancora relazioni dirette tra il peso delle mamme e le allergie dei loro figli gli studi sono in corso ed è molto probabile che il legame venga presto dimostrato. Nelle case italiane c’è meno polvere, amiamo poco le moquettes rispetto agli altri Paesi. Solo il 2,2% delle famiglie della ricerca ha pavimenti tessili; solo l’1% ha pavimenti di linoleum mentre il 38% ha pavimenti piastrellati. «Bene, ma si può fare ancora meglio, conclude il professor Fiocchi.
33. 6 anni

È questa l’età media delle mamme italiani

23.3 per cento

Sono le neo-madri che soffrono di qualche forma allergica

26.5 per cento

Sono le donne che fanno uso di antibiotici durante la gravidanza

La Stampa, 6 febbraio 2013, pag, 21

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