di Silvia Soligon

Sono questi ultimi i casi che preoccupano di
più i medici. Anche se il latte materno è senz'ombra di dubbio l'alimento
migliore per i neonati, “le donatrici – ha spiegato Wolfram Hartmann,
presidente della Professional Association of Pediatricians – potrebbero
assumere medicinali o farmaci, avere malattie infettive come l'Aids o
l'epatite. Nessuno può verificare se il latte di una madre sconosciuta è
innocuo per un dato bambino”. Anche nel caso di siti che offrono la possibilità
di richiedere una certificazione medica dello stato di salute della donatrice,
in realtà nessuna donna è obbligata a rilasciare questa documentazione.
A questo primo problema se ne aggiunge un
secondo: nei primi mesi di vita le esigenze nutrizionali dei bambini cambiano
molto velocemente e il latte di una donna che ha un figlio non più neonato non
è adatto per i primi giorni di vita. Il latte in polvere sarebbe, quindi, una
scelta migliore nel caso in cui l'età del figlio della donatrice fosse diversa
da quella del piccolo che dovrebbe ricevere il suo latte.
Anche se i responsabili dei siti web dedicati
alla vendita di latte materno assicurano la sua qualità, secondo gli esperti
l'unica scelta sicura è rivolgersi alle banche istituzionali. In caso di
necessità, in Italia è possibile, ad esempio, rivolgersi all'Associazione
Italiana Banche del Latte Umano Donato.
Il sole 24 Ore, 18
novembre 2012, pag,
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