Latte materno, mercato sul web: cosa si rischia


di Silvia Soligon

  In molti non lo conoscono, eppure quello della vendita di latte materno sul web è un fenomeno in crescita. Gli esperti, però, avvertono: le donatrici potrebbero essere affette da malattie infettive pericolose per i bambini. Se, infatti, da un lato esistono vere e proprie banche che raccolgono il latte di donne selezionate dopo opportuni controlli, lo pastorizzano e lo offrono agli ospedali, dall'altro sono sempre di più i casi di vendita online, attraverso sito dedicati o, in alcuni casi, addirittura sui social network, Facebook incluso.

  Sono questi ultimi i casi che preoccupano di più i medici. Anche se il latte materno è senz'ombra di dubbio l'alimento migliore per i neonati, “le donatrici – ha spiegato Wolfram Hartmann, presidente della Professional Association of Pediatricians – potrebbero assumere medicinali o farmaci, avere malattie infettive come l'Aids o l'epatite. Nessuno può verificare se il latte di una madre sconosciuta è innocuo per un dato bambino”. Anche nel caso di siti che offrono la possibilità di richiedere una certificazione medica dello stato di salute della donatrice, in realtà nessuna donna è obbligata a rilasciare questa documentazione.

  A questo primo problema se ne aggiunge un secondo: nei primi mesi di vita le esigenze nutrizionali dei bambini cambiano molto velocemente e il latte di una donna che ha un figlio non più neonato non è adatto per i primi giorni di vita. Il latte in polvere sarebbe, quindi, una scelta migliore nel caso in cui l'età del figlio della donatrice fosse diversa da quella del piccolo che dovrebbe ricevere il suo latte.


  Anche se i responsabili dei siti web dedicati alla vendita di latte materno assicurano la sua qualità, secondo gli esperti l'unica scelta sicura è rivolgersi alle banche istituzionali. In caso di necessità, in Italia è possibile, ad esempio, rivolgersi all'Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato.

Il sole 24 Ore, 18 novembre 2012, pag,   
  

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