A scuola di narrazione


Luisa Mattia
A scuola di narrazione
Edizioni Sonda, pagg.229, Euro 15,00


   IL LIBRO - I bambini raccontano un mucchio di storie: sulla loro vita, sul loro mondo. Lo fanno per il semplice gusto di farlo. Tutto questo narrare e narrarsi avviene, per i bambini, in assenza di scrittura. Non c'è regola ortografica né lessicale né strutturale. L'incontro con ortografia e scrittura «nero su bianco» avviene dopo, sui banchi di scuola. Ma la scrittura a scuola si fa senza essere pensata, strutturata, costruita educativamente, con una pedagogia che mantenga al centro dei suoi interessi e dei suoi obiettivi la formazione dei bambini e dei ragazzi e li colleghi, in un virtuoso dinamismo, al pensiero, la letteratura, la narrazione.
C'è bisogno, dunque, di tornare a pensare la scrittura a scuola inserendo le tecniche in un più ampio quadro culturale, all'interno una strategia formativa che sia capace organizzare, dare senso educativo a ogni «gesto» narrativo.

Questo manuale fornisce gli strumenti per permettere ai bambini - e ai loro insegnanti - di sviluppare la loro innata capacità di raccontare, oralmente e per iscritto. È suddiviso in due sezioni: la prima, teorica, affronta le diverse forme di narrazione, dalla narrazione popolare, al teatro, al romanzo. La seconda, operativa, propone numerose attività che i bambini possono svolgere in classe. In appendice, le interviste a Maria Luisa Bigiaretti, insegnante e collaboratrice di Gianni Rodari e a Massimo Carlotto, scrittore di noir, sulla sua attività di scrittura collettiva.

Facendo tesoro di una esperienza decennale di scrittura «con» i bambini, A scuola di narrazione si distingue  perché offre soprattutto un metodo, ampiamente sperimentato, che aiuta il bambino a dare una forma espressiva al proprio rapporto con il mondo, attraverso un racconto o una poesia.
Per l’insegnante, questo manuale formalizza e chiarisce gli sfondi educativi e gli obiettivi didattici, recupera la tradizione sperimentale di Rodari, Munari, Calvino su narrazione, fantasia, invenzione e immaginazione, e in particolare si confronta con le nuove forme di comunicazione verbale ormai in uso attraverso il web e la telefonia, dalla fiction, ai social network.

  UN BRANO – “C’era una volta

   I fatti, anche quelli piccoli e apparentemente insignificanti, fanno la vita. Di tutti. I dettagli, i suoni, le forme, gli incontri sono la sostanza delle giornate di un bambino e farne un racconto non è così insolito. Ogni evento, la “prima volta” di ogni evento, è un dato narrativo. Ogni ritorno di un’esperienza, ogni ripetizione sono un elemento di racconto, anzi ne sono il conforto e la giustificazione per la determinazione di un modello di comportamento, di vita, di interpretazione della realtà, dunque di un modello di pensiero. Ogni stupore, ogni imprevisto, ogni variante sono gli elementi del “romanzo” della vita.
  I fatti, le cadenze, le varianti, gli imprevisti, le soluzioni sono anche parte integrante della vita sociale, della memoria storica e sociale di una comunità. Scrive Jerome Bruner ne  la fabbrica delle storie:
        
   “La narrativa è un’arte profondamente popolare, che maneggia credenze comuni circa la natura della gente e del suo mondo (…) Racconta storie è il nostro strumento per venire a patti con le sorprese è le  stranezze della condizione umana,  come pure con la nostra imperfetta comprensione di questa condizione. Le storie rendono l’inaspettato meno sorprendente, meno arcano: addomesticato ll’imprevisto, gli danno un’aura di ordinarietà  (…) Le trasgressioni dell’ordinario, una volta addomesticato narrativamente, recano l’impronta della cultura, non un marchio di qualità delle riviste per i consumatori, bensì un’approvazione in forma di “Oh, ecco di nuovo la vecchia storia”

 INDICE DEL VOLUME   Introduzione – Prima parte. Pagine teoriche. La scoperta dell’alfabeto narrativo – 1. La necessità di raccontare – 2. Scrivere senza scrivere – 3. La narrazione popolare – 4. Disegnare per raccontare – 5. I suoni, ritmo, invenzione – 6. Teatri e teatri – 7. Senso delle cose – 8. Storie di cacca e risate – 9. Dieci anni di narrazione con i bambini - Seconda parte. Pagine Operative. Scrivere per narrare: tecniche giochi, suggerimenti – 1. Giocare con le parole – 2. Giocare con le storie – 3. Gli ingredienti di una storia – 4. Scrivere una storia: la palestra narrativa – 5. Bibliografia e autobibliografia – 6. Scrivere una storia: i generi letterari – 7. La forma e la sostanza – 8. Riscrivere le fiabe – 9. Veniamo al dunque (1): inventare le storie – 10. Veniamo al dunque (2): scrivere! – Conclusioni - Appendice
  
  L’AUTRICE – Luisa Mattia, romana, ha insegnato per molti anni e ha ideato un progetto di narrazione «con» i bambini, realizzato in collaborazione con l'Istituto Comprensivo Parco di Veio, a Roma. Autrice di numerosi romanzi e racconti, nel 2008 è stata insignita del Premio Andersen come Miglior Autore.

La sua attività di narratrice si estende anche alla televisione: scrive, con altri autori, per la Melevisione, programma per bambini attualmente in onda su RaiYoYo. Per effetto di sperimentazioni e riflessioni sull'autobiografia dei bambini ha avviato, recentemente, una collaborazione con la libera Università dell'autobiografia di Anghiari e con Diario d'infanzia, dell'Osservatorio dell'immaginario di Torino

   Questo bellissimo volume di Luisa Mattia mi ha procurato lo stesso entusiasmo che, nei lontani anni ’70 mi procurò “LA GRAMMATICA DELLA FANTASIA” di Rodari: una miniera di idee nuove, suggerimenti, provocazioni…
Questo volume dovrebbe essere proposto come libro di testo nei licei pedagogici e nelle facoltà universitàrie che formano i nuovi maestri. Tutti quegli insegnanti demotivati, stanchi, poveri di idee che non sanno liberarsi da quello scandaloso trinomio: dettato-riassunto-tema, se avessero questo libro a portata di mano sulla cattedra ne riceverebbero un aiuto incredibile, una carica di entusiasmo, una spinta a rinnovarsi, a cambiare modo di insegnare, a non sprecare il prezioso patrimonio di creatività dei loro alunni, ad adeguare la scuola alla complessità della società in cui viviamo… soprattutto realizzerebbero il traguardo più importante: appassionare i bambini a scrivere e renderli felici.


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