Parto senza dolore. E in sicurezza

Entro l’anno la pubblicazione delle linee guida internazionali revisionate dall’Iss: il cesareo deve essere l’ultima opzione

  Parto senza dolore. E in sicurezza Partorire secondo natura senza soffrire e in sicurezza. Il parto moderno non è il “cesareo” ma quello spontaneo in analgesia epidurale, efficace e senza rischi. Uno studio su 600 donne al primo parto condotto da un’équipe di anestesisti, ginecologi e ostetriche del Fate bene fratelli di Roma, uno dei santuari nazionali del parto spontaneo in analgesia parziale, insieme all’università La Sapienza e all’ospedale di Hammersmith (Londra) dimostra che questa procedura, ormai consolidata, non provoca l’aumento di cesarei. «Al contrario — dice Danilo Celleno direttore del Dipartimento emergenza anestesia e rianimazione del Fate bene fratelli — i risultati confermano che l’epidurale non evita il cesareo se necessario ma rende il parto spontaneo più sicuro; però obbliga gli operatori ad assistere la donna in tutte le fasi del travaglio». L’analgesia epidurale da un lato assicura un’alta soglia del dolore dall’altra conserva la capacità di spinta della partoriente. «Sono modificati i tempi del travaglio — spiega Giovanni L’arciprete del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale romano — la fase dilatante diventa più rapida, quella espulsiva si allunga, il margine di attesa è maggiore, circa un’ora in sicurezza, e non aumenta il ricorso al taglio cesareo né al parto operativo (forcipe o ventosa, ndr)».
  Fanalino di coda, solo il 10 per cento delle donne riceve analgesia in travaglio, rispetto al taglio cesareo in testa nelle classifiche regionali. Osserva Salvatore Alberico, ginecologo al Burlo Garofalo di Trieste, come il rapporto donna – ginecologo – ostetrico - anestesista riduca il ricorso al cesareo ma debba fare i conti con carenze organizzative e strutturali. «Il parto vaginale ben condotto e monitorato è l’esito migliore per la gravidanza e per preservare la fertilità», sottolinea. Il cesareo è l’ultima opzione. La recente revisione delle linee guida britanniche (seguite internazionalmente), coordinata dall’Istituto superiore di sanità che le pubblicherà entro fine anno, orientano al taglio cesareo come scelta consapevole e informata. «Solo quando serve, solo se ci sono indicazioni appropriate — commenta Maria Grazia Frigo responsabile Uo anestesia ostetrica al Fate bene fratelli — le linee guida suggeriscono che al primo figlio con presentazione podalica si debba procedere al rivolgimento, incentivano il parto vaginale dopo un cesareo, entrano nel merito di cesareo in urgenza-emergenza». Le linee guida non legittimano la scelta materna al cesareo ma raccomandano che la donna spossa scegliere informata e con sostegno psicologico. «Perché quello che non si dice è che la mortalità materna è quattro volte superiore col cesareo rispetto al parto fisiologico e così la morbidità perinatale, specie per i nati prima della 39esima settimana».

la Repubblica, 15 novembre 2011, pag. 32

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