Se le favole

Confondono i piccoli
 

  Due anni fa il governo Monti ha approvato un piano per la prevenzione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. L’obiettivo era in formare correttamente le scolaresche sin dall’asilo circa l’esistenza delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali). Il materiale didattico proposto alle maestre e ai bambini comprende vale favole Tre storie per bambini svegli.


  Una di queste narra dell’incontro tra un maggiolino, una farfalla e una lumaca che in un giardino d’incanto scopriranno che il
maggiolino si chiama Mariella, la farfallina Ambrosio e che alla lumaca non importa essere maschio o femmina perché ciò che conta è soltanto essere animaletti per bene. Concetti che riguardano l’identità sessuale e i ruoli di genere, particolarmente sensibili per i bambini piccoli che sono invia di sviluppo e di acquisizione del senso d’appartenenza al proprio sesso anatomico. Il processo di «generalizzazione», e cioè lo sviluppo della mascolinità e della femminilità nei bambini, è ancora al dimorfismo sessuale biologico ma dipende ampiamente dall’apprendimento. Una storia come quella della farfallina Ambrosio che, nonostante appaia graziosa e delicata, si dichiara un maschio robusto e pronto a partecipare a una lite potrebbe essere confondente. Si vorrebbe che al sesso biologico non si associno una spetto fisico e peculiarità psicologi che e che entrambi i generi fossero chiamati a esprimere comportamenti, aspettative e sentimenti sovrapponibili.

   Identico scopo, anche se nella dichiarazione d’intentici sono la prevenzione della violenza di genere e le pari opportunità, è quello che si prefigge il progetto Pari e Dispari sposato dalla regione Friuli Venezia Giulia in cui è proposto il Gioco del rispetto. I docenti hanno a loro disposizione un kit che contiene una storia da raccontare sulle avventure di un bambino e una bambina che si chiamano Red e Blue, nomi che non esprimono appartenenza a un genere sessuale se non per convenzione linguistica. Altre schede descrivono giochi da proporre alla classe in cui i bambini sono invitati a scambiarsi alternativamente identità e ruoli di genere anche attraverso un’attività di crossdressing: Francesco al segnale della maestra dovrà cambiare il travestimento con Ludovica e indossare i panni della fatina per cederle quelli del mago. Un gioco di memoria riguarda le diverse categorie di lavoratori. Sulle figure sono rappresentati un uomo e una donna vestiti in modo perfettamente identico, stesso pantalone e la stessa maglietta bordò e sotto la dicitura: casalinga, casalingo. Lo scopo è trasmettere il messaggio che uomini e donne sono uguali e possono usufruire della stessa formazione e accedere alle medesime professioni, contrapporsi allo stereotipo che vuole le donne casalinghe o infermiere e mai ingegnere o avvocato.

  L’ultima indagine Ocse sull’istruzione rivela però che il tasso d’istruzione è aumentato soprattutto per le donne. Nel 2012 su cinque laureati tre erano femmine. Se nel Regno Unito le donne che si sono specializzate in ingegneria sono solo il 23%, in Italia si attestano al 40%.Nel nostro Paese le donne si sono evolute con determinazione e non s’immaginano relegate al ruolo di casalinga disperata come le autrici di questo progetto alternativo vorrebbero intendere. Il casalingo e la casalinga sono una coppia alienata da una divisa che ricorda quelle di epoca maoista in cui non era concessa l’individualità. Un’omologazione tra donne e uomini che prescinde dalle diversità. Quei vestiti che rappresentano ugualmente mamma e papà sono fuorvianti e offensivi della libertà della persona perché vogliono presupporre che donne e uomini abbiano uguali desideri e caratteristiche. Esistono casalinghe felici del loro ruolo e scienziate infelici e viceversa. Bambini e bambine dovrebbero essere lasciati liberi di apprendere con spontaneità e naturalezza in base ai loro tempi che tipo di persone saranno in futuro. Il loro futuro.

il Giornale, 14 marzo 2015, pag, 18





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