Igiene
orale. Non va meglio per i soggetti anziani
“Troppi
zuccheri” bimbi, è allarme carie
Annamaria
Messa
«I
dati nazionali in età pediatrica (ormai del 2005) mostravano una
percentuale di carie del 21% a 4 anni e del 43% a 12 anni. Dati del
2010 - continua Polimeni - pur se non rappresentativi dell’intera
popolazione, evidenziano una prevalenza di carie nei bambini di 1-4
anni di circa il 10%, che sale al 29% in quelli di 5 anni e al 35% a
6 anni. Un’indagine su circa 1000 adolescenti ha evidenziato
carie
nel 59% dei casi. Non ci sono dati nazionali sugli adulti ma un
recente rilevamento su circa 500 soggetti tra 35 e 45 anni ha
indicato una prevalenza di patologia pari al 63% e un’esperienza
del 95%. Non va meglio in età avanzata. L’indagine su un campione
di oltre 1000 persone (età media 82 anni) presso strutture
residenziali ha rilevato una prevalenza di edentulismo totale pari al
60% del campione».
Ogni
100mila abitanti si registrano in Italia 12 nuovi casi di tumore del
cavo orale all’anno, picco di
massima
incidenza sui 50-60 anni. Sotto accusa fumo, alcol, cattiva igiene
orale, protesi dentarie traumatizzanti, virus del papilloma, ma anche
dieta povera di frutta e verdura. Insomma, bisogna stare attenti non
solo a lavare bene ogni giorno i denti ma anche a quel che mangiamo.
La comunità scientifica lancia ancora l’allarme sull’alto
consumo di zuccheri, soprattutto tra bambini e anziani. «Gli
zuccheri, specie il saccarosio (il comune zucchero da cucina) —
ricorda il ministero della Salute — rappresentano uno dei più
importanti fattori eziologici della carie dentale. Oltre al
saccarosio, in ordine di cariogenicità, ci sono glucosio, maltosio,
fruttosio e lattosio». Inoltre questi carboidrati si trovano spesso
anche in alimenti e bevande non tipicamente dolci, come snack salati
di produzione industriale e devono essere prese in considerazione
tutte le possibili fonti», sottolinea Guglielmo Campus,
dell’università di Sassari.
Come
sostituto meno cariogeno del saccarosio gli specialisti stanno
studiando il mal titolo (E 965, derivante dall’amido di mais, usato
in prodotti dolciari e farmaceutici) e la stevia (E 960, edulcorante
di origine vegetale), autorizzata in Europa nel 2011 dall’Efsa.
Attenzione, avverte Altro consumo, anche se naturale, la stevia è
pur sempre un additivo e valgono le stesse raccomandazioni di tutti
gli altri edulcoranti date dall’Inran, l’Istituto nazionale per
la ricerca per gli alimenti e la nutrizione: no ai bambini sotto i
tre anni e no in gravidanza e allattamento.
Nuove
regole per combinare i cibi, ridurre il rischio carie, con il
programma Igiene Orale 3.0: Piramide odonto-alimentare e Regolario
(www.prontodentista.it). «L’uso consapevole del cibo e la sua
combinazione nella giornata giocano un ruolo fondamentale nel
prevenire la carie», ribadisce Giampietro Farronato, Scienze
Biomediche per la Salute, università di Milano e presidente SIDO,
Società Italiana Ortodonzia. S’impara come combinare gli alimenti
privilegiando il consumo di quelli anticarie (verdure fibrose, acqua,
latte, formaggi stagionati, frutta secca) o cariostatici (verdure
cotte, carne) a fine pasti o come spuntini, evitando di concludere
con alimenti o bevande potenzialmente
cariogene, come dolci, alimenti appiccicosi, bevande zuccherate.
Meglio bere un bicchiere d’acqua: rimuove i residui di cibo e
veicola minerali come fluoro e calcio a denti e tutto l’organismo.
la
Repubblica, 21 aprile 2015
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