Rischio maggiore se si toglie il pannolino troppo presto
Il
momento migliore è fra i 2 e i 3 anni, ma attenzione alla
stitichezza, che può compromettere il successo dell’impresa
C’è
chi tenta di togliere il pannolino presto perché l’asilo nido
incombe e si vorrebbe rendere il bimbo più “indipendente”
possibile; c’è chi vorrebbe liberarsene perché i pannolini
inquinano, o perché sono troppo cari per l’economia familiare.
Tutte ragioni comprensibili, ma è meglio non essere troppo
frettolosi:
secondo
un’indagine pubblicata su Research and Reports in Urology,
iniziare il “training” sul vasino prima dei due anni
triplicherebbe la probabilità di ritrovarsi poi a bagnare il letto e
farsi la pipì addosso da più grandicelli
Indagine
per fare chiarezza
Al
di là delle difficoltà pratiche nell’abbandono del pannolino,
scegliere il momento giusto e capire quando è arrivata l’ora per
provarci non è affatto semplice: non a caso si tratta di uno dei
dubbi più
frequenti delle mamme. Per chiarire la questione,
l’urologo pediatra Steve Hodges del Wake Forest Baptist Medical
Center nella Carolina del Nord ha studiato oltre 100 bimbi dai 3 ai
10 anni, la metà già visitati presso l’ambulatorio per disturbi
come urgenza urinaria o episodi ripetuti di incontinenza, la metà
senza alcun tipo di problema urinario. I genitori hanno risposto a un
questionario sul momento in cui era iniziato l’“allenamento”
all’uso del vasino e quindi il ricercatore ha cercato di capire se
vi fosse una correlazione fra questo e i disturbi successivi. Il
legame c’è, eccome: il 60 per cento dei bambini a cui il pannolino
è stato tolto prima dei due anni si facevano la pipì addosso negli
anni seguenti, con un rischio tre volte maggiore rispetto ai piccoli
che lo avevano abbandonato fra i due e i tre anni.
Problemi
di stitichezza
Secondo
Hodges tutto sta nella maggior tendenza a trattenere feci e pipì dei
bimbi più piccini, che non sarebbero perciò sufficientemente pronti
per la svolta della toilette: «Le feci trattenute ingrossano il
retto, che a sua volta preme sulla vescica; questa riduce perciò la
sua capacità, mentre i nervi che la controllano diventano meno
efficienti. Risultato, una maggior probabilità di disturbi urinari
successivi – spiega il pediatra –. Non a caso quasi tutti i
bambini con problemi di incontinenza erano anche costipati, in una
misura tre volte maggiore rispetto a quelli che non si facevano la
pipì addosso». I bimbi piccoli inoltre tendono a trattenere la
pipì, un altro elemento che può portare a contrazioni dell’organo
e a una riduzione della sua capienza, con lo stesso effetto negativo
sul rischio di futura incontinenza. «La vescica continua a
ingrandirsi fino a che si inizia a usare il vasino, perciò uno
svuotamento “al bisogno” come quello che si ha portando il
pannolino sembra utile nei più piccini perché favorisce il miglior
sviluppo dell’organo», dice il pediatra.
Come
capire quando è il momento giusto
Che
molto dipenda dalla presenza di stitichezza lo conferma il dato
raccolto sui piccoli che avevano smesso di portare il pannolino molto
tardi, dopo i tre anni: anche in questo caso gli eventuali problemi
di incontinenza da più grandicelli si sono registrati soltanto in
chi era cronicamente costipato, un elemento che secondo l’esperto
«rende molto difficile l’abbandono del pannolino. Purtroppo si
tende a pensare che la stitichezza sia correlata solo alla frequenza,
in realtà un bimbo può andare in bagno tutti i giorni ed essere
comunque costipato, con il retto dilatato che premendo sulla vescica
ne compromette la capacità: meglio osservare la forma delle feci, se
sono molto grandi o al contrario a forma di “pellet” bisogna
sospettare». Ma allora come si capisce quando è il momento più
adatto per provare a usare il vasino? «Va premesso che non c’è
nulla di “magico” nei due anni, non è il periodo migliore a
prescindere – osserva Hodges –. Bisogna provare a togliere il
pannolino quando il bambino non è costipato, perché come abbiamo
visto ciò può compromettere la funzionalità piena della vescica, e
quando ci si rende conto che è pronto a farlo, ad esempio perché ha
già una discreta autonomia motoria e capacità di linguaggio per
avvertire di dover andare in bagno o perché il pannolino resta
asciutto a lungo».
Corriere
Della Sera4 febbraio 2015
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