La depressione post parto contagia anche i papà

Un progetto per curarla

Luca Bernardo

  La depressione in gravidanza e nel post partum è una problematica più diffusa di quanto si pensi, riguarda infatti circa il 15% delle neo mamme. Questi disturbi stanno fortunatamente ricevendo una sempre maggior attenzione da parte della ricerca scientifica, anche per individuare forme di intervento sempre più mirate e specifiche. Troppa infatti è la sofferenza delle donne in queste condizioni che va a influire anche sul bambino e sulle sue potenzialità di sviluppo.

   Per questo il progetto pilota finanziato da Regione Lombardia e svolto dal Fate bene fratelli di Milano in collaborazione con O.N.Da e Itaca, rappresenta un nuovo modello organizzativo clinico assistenziale e riabilitativo interessante.   L’obbiettivo è creare una maggior  consapevolezza della grande vulnerabilità psichica di ogni mamma, aiutandola a uscire alla stato di solitudine in cui spesso si trova quando soffre di depressione perinatale, offrendo un trattamento personalizzato specialistico e multi disciplinare. Un gruppo di esperti (che hanno nel Centro Psiche Donna di Milano la struttura di riferimento) composto da psichiatri, psicologi, neonatologi, pediatri e volontari, si recano a domicilio coinvolgendo attivamente anche i papà, supportandoli nella loro genitorialità. I partner di donne depresse nel post partum presentano infatti una maggior vulnerabilità alla stanchezza e a sviluppare disturbi dell’umore o sintomi psichici di disadattamento. La depressione nei neo padri determina uno scadimento nella relazione di coppia e nella costruzione della struttura famigliare appena formata, e interferisce con l’adeguato sviluppo del bambino.

SINTOMIDA RICONOSCERE

Il progetto è partito da una ricerca condotta da O.N.Da, presieduta da Francesca Merzagora, che ha coinvolto oltre 1000 donne e uomini lombardi per indagare 
percezioni e vissuto della depressione perinatale sia in chi aveva avuto questa esperienza sia in chi ne aveva solo sentito parlare.La problematica viene vissuta come un disturbo grave, di origine multifattoriale. Le donne soffrono doppiamente di sentirsi male in questo periodo della vita, in cui nell’immaginario collettivo si dovrebbe essere necessariamente felici. L’informazione sulle possibilità di cura è ancora scarsa e anche il riconoscimento dei primi sintomi nonché l’approccio diagnostico terapeutico da parte degli operatori è migliorabile. Per questo sono state realizzate delle Linee guida su prevenzione, diagnosi e trattamento della psicopatologia perinatale (in attesa di riconoscimento regionale) da parte del gruppo del prof. Mencacci destinate ai professionisti della salute con la collaborazione delle principali società scientifiche coinvolte nella tematica.

Un aggiornamento sull’utilizzo degli psicofarmaci in gravidanza e nel  puerperio non ché l’apprendimento di un modello di trattamento cognitivo comportamentale è stato recentemente oggetto di un corso organizzato in Regione  Lombardia, con l’obbiettivo di costruire una rete regionale per affrontare al meglio la depressione perinatale. L’auspicio è che tale assistenza, che si sta rivelando utile a tante famiglie, possa proseguire nel tempo e
possa essere esportata in altre realtà territoriali per rendere gravidanza e post partum un
periodo sereno per la famiglia.

Direttore de l Dipartimento
materno-infantile Fatebenefratelli
e Oftalmico di Milano

Libero, 18 novembre 2014

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