Una constatazione amara, almeno per chi le scrive. In questo periodo di stagnazione economica, le donne non dovrebbero essere tanto angustiate perché qual che possibilità di impiego in più dei maschi la hanno: affittare l’utero. Posso chiederle come la pensa, caro Mainiero?
Luigi Fassone
di Mattias Smainiero

C’era una sorella che non poteva avere figli. La sorella della sorella, regolarmente sposata, faceva quel che faceva col marito. E nasceva il bebè.Pannolini,allattamento e tutto il resto. Poi il bebè si trasferiva a casa della zia, che di fatto ne diventava la madre. Seconda madre. La prima madre, soprattutto se in condizioni economiche non buone e con numerosa prole da accudire, ne aveva un vantaggio.Anche la seconda madre. Il bebè aveva volta confusione e spesso problemi che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita. Utero in affitto, proprio come oggi, con la differenza che locatrice e conduttrice erano all’interno della famiglia. E se la mamma-zia spariva per un annetto ritornando col bebè a casa e raccontando tutte le meraviglie della gravidanza e i dolori del parto era anche meglio.Le fetenzie, caro Fassone, si sono sempre fatte.
Libero, 8 novembre 2014
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