Vista: i consigli per i piccolissimi

In occasione della Giornata Mondiale della Vista, un gruppo i esperti ricorda l'importanza della diagnosi precoce per prevenire e intercettare eventuali malattie oculari o alterazioni della vista nei bambini

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 Nei bambini la diagnosi precoce può essere fondamentale per prevenire o intercettare eventuali anomalie o alterazioni della vista. Ad affermarlo i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in occasione della Giornata Mondiale della Vista che si celebra oggi (cade ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre) promossa dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
  Tra le patologie che possono colpire i piccolissimi e che, se trattate precocemente possono avere buone possibilità di recupero, gli esperti ricordano la cataratta congenita, causa
importante di cecità infantile, che interessa circa 4 neonati ogni 100 nati vivi ed è bilaterale in oltre il 50 percento dei casi. E ancora, lo strabismo o occhio deviato, che può essere espressione di defict visivi e, anche se raramente, di patologie gravi come il tumore retinico o le patologie neurologiche.
  Su 285 milioni di disabili visivi, nel mondo vivono ben 18,9 milioni di bambini colpiti da un handicap visivo grave, di cui 17,5 milioni sono ipovedenti e 1,4 milioni ciechi, mentre in Italia ci sono 362 mila non vedenti e oltre 1 milione di ipovedenti tra piccoli e adulti.
  Ma quando sottoporre un bambino alla prima visita oculistica? Le visite oculistiche vere e proprie possono essere sostenute dal primo anno di vita, in seguito, in assenza di problemi particolari, il consiglio dei medici è di programmare le visite dai 3 anni in poi per la maggiore capacità di collaborazione del bambino e per il livello di sviluppo dell’apparato visivo. Infatti, fra i 3 e 4 anni d’età, è possibile misurare la vista utilizzando delle tavole di lettura o ottotipi studiate appositamente per i bambini.
In assenza di difetti visivi e di anomalie anatomiche, le visite successive, sempre consigliate dall’oculista, andrebbero ripetute dai sei anni in poi, a scadenza annuale o biennale. In presenza di particolari sintomi rilevati o in casi di familiarità per alcune patologie oculari, il pediatra potrebbe valutare la necessità di una visita oculistica già prima dei tre anni.
  Come spiega Luca Buzzonetti responsabile dell’unità operativa di oculistica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, lo screening è importante soprattutto per la ricerca di alterazioni della trasparenza della cornea e del cristallino, anomalie anatomiche o patologie retiniche. La diagnosi precoce, infatti, può favorire il percorso di riabilitazione visiva del bambino.
 9 ottobre 2014

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