Evitare carenze di vitamine e sali

Mai cibo per due 
Da ginecologi e ostetrici riuniti Evitare carenze di vitamine e sali Mai cibo per due a Cagliari un monito alle donne sull’alimentazione “Correggere gli errori: a rischio la salute anche del bimbo"

di Cecilia Ranza

  I'Italia è il paese europeo con il più alto tasso di gravidanze oltre il 35 anni. Siamo al 35%, e il picco si è raggiunto tra il 2004 e il 2010. Non solo: siamo il paese con una percentuale crescente di prima gravidanza dopo i 40 anni, età a partire dalla quale i rischi per la madre e per il nascituro aumentano linearmente. I dati, presentati a Cagliari durante il Congresso
nazionale della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), sollecitano una più stringente attenzione a fare sì che la gravidanza si svolga nelle migliori condizioni possibili. «La nutrizione corretta è una pietra angolare» afferma Irene Cetin, direttore della clinica Ostetrica e Ginecologica, ospedale Sacco, università di Milano. «I ginecologi (e le ostetriche) devono essere i referenti della donna anche in questo campo, per non lasciare spazio a dubbi e a ricerche senza guida sul web». 

  Ecco perché a Cagliari si è parlato di programmazione nutrizionale, come «approccio
semplice e comprensibile a tutti per una riproduzione complessivamente migliore per madre e feto, dalla facilità di concepire fino a un’ottimale espressione dei geni dopo la nascita: quest’ultima sfida, lanciata dall’epigenetica, sarebbe facile da vincere, seguendo proprio i criteri della nutrizione programmata in gravidanza». C’è un ombrello alimentare di partenza sotto cui affollarsi tutti e ancor più se si vuole avere un figlio: è la piramide alimentare mediterranea, stilata nel 2010: «È un’alimentazione nella quale possiamo riconoscerci e che sarebbe facile seguire» prosegue Cetin. «Ma bisogna educare: ricerche italiane dicono che, tra i 18 e i 35 anni (età ottimali per una gravidanza), le donne non arrivano alle 2 porzioni al giorno di frutta e verdura, quando ne occorrerebbero 5-7. Si preferiscono le proteine (ma poco pesce), si eliminano i carboidrati, si trascurano latte e latticini. Eppure, persino i surgelati offrono combinazioni ottimali: pasta e verdure, pasta e legumi e basta scegliere un frutto come snack o merenda, bere una spremuta a colazione e consumare frutta e verdura a pranzo e cena per soddisfare le esigenze».

  E c’è un concetto che deve assolutamente passare: «In gravidanza, non sono le calorie totali a dover aumentare quanto l’apporto di vitamine e minerali: ferro, folati, vitamina D, calcio, vitamina B6» ammonisce Cetin. «Il fabbisogno di calorie totali aumenta in 9 mesi del 10%: poco, se consideriamo che già la maggior parte di noi mangia il 10% in più di quel che dovrebbe. Per il ferro si parla del doppio ogni giorno, per l’acido folico dell’80% in più, poi la vitamina B6, il calcio (1200 mg al giorno). La vitamina D è carente nel 15% della popolazione totale, ma a maggior rischio sono le immigrate di religione musulmana: coperte come sono e private dei cortili nascosti e soleggiati dei loro paesi, non hanno possibilità di
“fabbricare” vitamina D». Le correlazioni con rischi materno-fetali sono dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio: «Colpisce il rapporto tra anemia e mortalità materna, ma anche basso peso alla nascita, prematurità e, in età adulta, schizofrenia e sindrome metabolica. La vitamina D protegge l’immunità della madre, ma anche quella del bambino». Un cenno doveroso va agli omega-3, i grassi del pesce e delle noci: «Proteggono dal parto pre-termine, favoriscono lo sviluppo cerebrale corretto e riducono il rischio di asma del nuovo nato». E le bevande? «In gravidanza, l’acqua dev’essere regina» conclude Cetin senza esitazione. Non è un caso che il prossimo anno, il congresso Sigo si svolgerà a Milano durante Expo, con un titolo significativo: Nutrizione, Stili di vita e Salute della donna.

la Repubblica, 7 ottobre,  2014


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