Troppi parti cesarei in Campania

E' allarme: «Il 30% oltre la norma»

Il fenomeno

Rapporto della Federico II: nascono così 6 bimbi su 10 Cortese (Pd): solo business

 m.l.p.

 
Si torna a parlare del primato campano dei parti cesarei. L’allarme è contenutone l l’ultimo rapporto sulla natalità in regione stilato dal dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II, in base ai rilievi effettuati dal gruppo scientifico guidato da Maria Triassi, che registra tassi in media superiori del 30% rispetto al normale. «Resiste quindi – dice Triassi-uno zoccolo duro nonostante i controlli, le diffide ai manager, le commissioni di controllo e le tariffe penalizzanti. La stazionarietà del tasso di tagli cesarei mostra che la dimensione e la gravità del problema restano invariate».

  Dallo studio emerge che i picchi di parti chirurgici si registrano soprattutto
nella Asl metropolitane e nelle strutture private di più piccole dimensioni. Qui l’alto tasso di parto chirurgico fa il paio con un numero di nascite all’anno non superiore al limite di sicurezza delle 500 unità. Sulle oltre 53mila nascite registrate nel 2012 i tagli chirurgici sono stati 32mila, pari al 61% del totale, ben al di sopra della soglia fisiologica che è dal 15 al 30%. La proporzione, tra le varie Asl e le strutture private segna un dato che varia da un minimo di 40,4% per la Asl Avellino a un massimo di 67,4% per l’Asl Napoli 2 Nord. La proporzione di parti invia naturale è maggiore nelle Asl di Avellino e Benevento. In particolare negli ultimi 5 anni la proporzione di nati da taglio cesareo si è ridotta da 43,6% a 37,8%nellaprovinciadiAvellino,ma è aumentata da 61,8 a 66,6% nella provincia di Caserta.

  In una nota, Angela Cortese, consigliere regionale del Pd scrive: «Il rapporto sulla natalità stilato dal di parti
mento di Sanità pubblica della Federico II ci dice ancora una volta che la Campania si piazza in cima alla classifica dei cesarei. Secondo l’analisi condotta dal gruppo guidato dalla dottoressa Maria Triassi, ben il 61% dei nostri bambini nasce così. Intorno al momento sacro del parto si è purtroppo radicata da tempo questa malsana consuetudine che se da una parte deriva da un approccio culturale deviato, dall’altra è alimentata dal grande business delle strutture private».

  «Il parto è l’evento naturale per eccellenza. Medicalizzarlo e traumatizzarlo non solo è un errore ma anche un rischio. Per questo ritengo che sia necessario mettere un freno alla dissennata corsa al bisturi che da anni ha contagiato medici e donne soprattutto in Campania» conclude la Cortese.

  Intanto, nel corso della Festa della Vita che si è svolta a Villa Betania nei giorni scorsi sono stati riferiti i numeri dell’attività della clinica. Nata nel 1995 e oggi inserita nell’ambito del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale, si colloca ai primi posti, nella Regione Campania, per numero di parti, per bassa percentuale di tagli cesarei, per numero di gravidanze a rischio e per numero di neonati pretermine al di sotto di 1500 grammi e patologici. Per celebrare questo anniversario la Fondazione Evangelica Betania e l’Ospedale Villa Betania hanno organizzato “La festa della vita” a Città della Scienza. La TIN dell’Ospedale Villa Betania è una “eccellenza” riconosciuta e apprezzata a livello regionale e nazionale, un punto nascita di III livello che copre un bacino di utenza di oltre 400 mila abitanti.

Il Mattino, 18 giugno 2013, pag, 39


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