Protezione +50 e olio di
mandorle dolci per tenere elastici i tessuti
Gli esercizi, le
precauzioni, i piccoli trucchi Il laser e la carbossiterapia anti smagliature
Rossella Burattino
«Il primo trimestre è il più
difficile — spiega Giovanna Testa, specialista in Ostetricia e Ginecologia —.
Il bombardamento ormonale può causare nausee e la mamma non sente ancora il
bimbo muoversi. Il secondo è
quello del benessere fisico: si è ristabilito
l’equilibrio e i movimenti fetali rassicurano. Con il terzo, invece, la fatica
si sente di più e spesso si è turbate dal pensiero del parto».
Ci vuole del tempo per
abituarsi al mutamento fisiologico. Prime raccomandazioni: «Pasti piccoli e
frequenti — ricorda Nicola Sorrentino, medico nutrizionista —. L’alimentazione
deve essere varia e di qualità (la crescita di peso dovrebbe essere tra i 12-13
chili)». Cosa preferire? «Gli zuccheri complessi (pasta, pane, riso, cereali,
legumi) a quelli semplici (bibite e dolci), ma sono consigliati gli alimenti
integrali (saziano e facilitano le funzioni intestinali). Frutta e verdure a
volontà. Preziose le proteine per l’accrescimento fetale: carne (meglio bianca
o magra), pesce (non sott’olio), uova (ben cotte), soia, latte, formaggi
(quelli freschi) e legumi. Inoltre, il condimento sarà l’olio extra vergine
d’oliva e poco sale. Meglio rinunciare a salumi e insaccati, carne cruda,
molluschi e selvaggina per evitare l’infezione da toxoplasmosi. È bene lavare
la frutta e la verdura con il
bicarbonato e mangiare cibi secchi croccanti
contro la nausea. È utile integrare con acido folico (per lo sviluppo fetale) e
sali minerali, soprattutto il ferro (per il trasporto dell’ossigeno)».
Superati i primi tre mesi, nei quali si avrà
un po’ più di riguardo, la futura madre può svolgere un’attività fisica.
L’importante è non affaticarsi. «Stretching, yoga, Pilates, nuotare e camminare
sono consigliati se eseguiti con la giusta respirazione e il rilassamento dopo
lo sforzo — chiarisce Lorenza Dacò, preparatrice atletica specializzata in
Scienze motorie — Gli obiettivi? Prevenire problemi circolatori, evitare stasi
linfatica, esercitare il perineo, mantenere le articolazioni sciolte e i
muscoli allungati contro il mal di schiena (causato da un nuovo assetto
posturale) e aiutare emotivamente la donna ad accettare con serenità i
cambiamenti fisici». Per chi allatta inizialmente è più difficile ritornare in
forma «la prolattina rende il corpo più morbido e predisposto a trattenere i
liquidi — aggiunge —, ma si può svolgere un allenamento dolce per tonificare
con gradualità». In acqua «i movimenti e la respirazione sono finalizzati al
parto — rammenta Eleonora Vallone, ideatrice di MammaGym (acquagym-italia.it)
—. Gli esercizi facilitano la circolazione, l’ossigenazione, la diuresi e non
affaticano. Con la “cicogna”, per esempio, si sta su una gamba per volta
(padrona za dell’equilibrio), allo stesso tempo l’altra si stende dietro contraendo
il muscolo del gluteo. Le braccia sono aperte, ogni tanto si chiudono come ali»
Macchie, smagliature e cellulite sono in
agguato: «Evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata e usare
sempre una protezione 50+ — suggerisce Lia Lavagno, chirurgo plastico
(www.lialavagno.com) — perché gli stimoli ormonali provocano un eccesso di
melanina. Dopo il parto e l’allattamento si può ricorrere a trattamenti
depigmentanti con prodotti mirati, mentre, in studio si opta per la luce
pulsata (migliora anche la qualità della pelle) e un peeling specifico». Per
prevenire le smagliature: «Utilizzare con costanza, da quando aumenta il peso,
creme elasticizzanti o olio di mandorle dolci e argan. Sono cicatrici, non
vanno via, però esistono terapie che le riducono in spessore e dimensione come
la radiofrequenza (stimola la formazione di nuovo collagene) o il laser
frazionare non ablativo». E la ritenzione idrica? «Sono validi in gravidanza i
massaggi linfodrenanti concentrati soltanto sulle gambe. Dopo il parto, invece,
con la carbossiterapia (un’iniezione sottocutanea di anidride carbonica) si
aumenta la velocità del flusso ematico tessutale locale e si migliora il
microcircolo. Infine, con la lipolisi si tratta l’adiposità localizzata
attivando degli enzimi sciogli grasso».
Corriere della Sera, 15
Giugno 2013, pag, 47
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