Maggiore tutela per madri e bambini

Mario De Curtis Ordinario di Pediatria Università di Roma La Sapienza

 
  La recessione economica ha determinato in Italia un peggioramento dello stato sociale e un drammatico aumento della povertà infantile. Sono più di 700.000 i bambini e i ragazzi che vivono oggi in condizioni di povertà assoluta, cioè in famiglie prive dei beni essenziali per il conseguimento di uno standard di vita minimamente accettabile (Istat 2012). È bene riflettere sul fatto che i bambini che vivono in famiglie povere si ammalano più frequentemente e quelli affetti da patologie croniche, come per esempio la fibrosi cistica, hanno una sopravvivenza minore se vivono in famiglie con un più basso livello socioeconomico.

  Le condizioni svantaggiate possono influenzare la salute del bambino già prima della nascita. Un recente studio eseguito nella Regione Lazio su circa 300.000 nati ha messo in evidenza che i figli di donne straniere, rispetto a quelli di donne italiane, nascevano più spesso prematuri, di peso molto basso, necessitavano di cure intensive ed avevano una maggiore mortalità.

  Sono inoltre a maggior rischio di malattia i bambini riconosciuti alla nascita solo dalla madre. Nel Policlinico Umberto I di Roma, dove nascono ogni anno circa 2.000 bambini, negli ultimi 7 anni, 205 sono stati riconosciuti alla nascita solo dalla madre e hanno presentato problemi clinici nel periodo neonatale con una frequenza maggiore di quella osservata in bambini riconosciuti da tutti e due i genitori. Si sono riscontrati,
infatti, con maggior frequenza disturbi respiratori, prematurità, necessità di ricovero in terapia intensiva.

  È essenziale garantire a tutte le donne e ai loro figli la piena equità di accesso ai servizi sanitari senza differenze di etnia e stato sociale. Perché l’infanzia esista non bastano i bambini a garantirla, è necessario un progetto politico e sociale che metta l’assistenza infantile al centro dell’attenzione e dell’azione del nuovo governo con norme legislative a protezione di tutti i minori.

Corriere della Sera, 2 Giugno 2013, pag, 37


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