Mi spieghi dottore Si può
guarire la sordità nei bambini?
di Antonella Sparvoli
Ogni anno in Italia nascono circa 2 mila
bambini con sordità grave che rischiano di essere molto penalizzati se la loro
ipoacusia non viene scoperta subito e affrontata in modo corretto. «Il deficit
di udito può compromettere apprendimento del linguaggio e comprensione della
lingua — conferma il professor Giovanni Felisati, direttore della Clinica
otorinolaringoiatrica dell’Ospedale universitario San Paolo di Milano —. Ciò
vale per le sordità gravi, ma in misura minore anche per le forme medie, in
particolare quelle legate, banalmente, alla presenza di catarro nell’orecchio.
Non solo, una perdita di udito anche solo media o medio-grave può avere
ripercussioni negative su qualunque tipo di apprendimento, fra cui anche
difficoltà nel calcolo matematico. L’ipoacusia in un bambino si ripercuote
sulle performance scolastiche, sulla salute mentale, sull’autostima e, in
proiezione, sulle sue future opportunità sociali e lavorative».
Quando
va controllato l’udito nel bambino?
«Una diagnosi di ipoacusia entro i tre mesi
di vita permette provvedimenti che consentono al bambino uno sviluppo ottimale.
Per questo è fondamentale lo screening dell’udito alla nascita. Sono indicati
anche controlli
periodici, perché esistono forme di sordità che si sviluppano
dopo la nascita. Familiari e pediatra possono essere di grande aiuto per
cogliere segnali di una possibile perdita uditiva e indirizzare così il bambino
a una valutazione specialistica».
Quando
va sospettata una perdita uditiva?
«Se il bebè non reagisce a
rumori inattesi, non si sveglia in seguito a rumori o non volge la testa in
direzione della voce, potrebbe avere un certo grado di perdita dell’udito.
Altri segnali nei bambini che hanno superato i 2-3 anni sono il ritardo nello
sviluppo del linguaggio e del parlato, difficoltà di pronuncia, aumento del
volume della televisione, la continua richiesta di ripetere quanto si è detto e
la mancata risposta quando li si chiama».
Che
cosa fare?
«Se si sospetta una perdita di udito bisogna
far visitare il bambino da un otorino o da un audio fonologo ed eseguire una
valutazione audiometrica associata ad altre indagini che suggerirà lo
specialista in base all’età del piccolo e al tipo di perdita uditiva
sospettata. La maggior parte dei bambini con ipoacusia ha un udito residuo utilizzabile
e, già a partire dai tre mesi di età, può essere considerato l’uso di protesi
acustiche. Nei bambini con sordità profonda e grave dovuta a un difetto del
labirinto (coclea) può inoltre essere preso in considerazione il ricorso
all’impianto cocleare. Infine, nelle perdite uditive legate a forme catarrali
croniche, meno insidiose, ma tanto diffuse, si può contare su diversi approcci
che vanno dai lavaggi nasali alle cure termali o, secondo l’indicazione dello
specialista, a manovre per la liberazione delle tube di Eustachio
(insufflazioni endotimpaniche) fino all’intervento chirurgico (adenoidectomia,
miringocentesi, applicazione di tubi di ventilazione)»
È fondamentale lo screening
alla nascita, ma sono importanti anche successivi controlli
Corriere della Sera, 24
febbraio 2013, pag, 59
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