Mi spieghi dottore Si può
guarire la sordità nei bambini?
di Antonella Sparvoli
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Quando
va controllato l’udito nel bambino?
«Una diagnosi di ipoacusia entro i tre mesi
di vita permette provvedimenti che consentono al bambino uno sviluppo ottimale.
Per questo è fondamentale lo screening dell’udito alla nascita. Sono indicati
anche controlli
periodici, perché esistono forme di sordità che si sviluppano
dopo la nascita. Familiari e pediatra possono essere di grande aiuto per
cogliere segnali di una possibile perdita uditiva e indirizzare così il bambino
a una valutazione specialistica».
Quando
va sospettata una perdita uditiva?
«Se il bebè non reagisce a
rumori inattesi, non si sveglia in seguito a rumori o non volge la testa in
direzione della voce, potrebbe avere un certo grado di perdita dell’udito.
Altri segnali nei bambini che hanno superato i 2-3 anni sono il ritardo nello
sviluppo del linguaggio e del parlato, difficoltà di pronuncia, aumento del
volume della televisione, la continua richiesta di ripetere quanto si è detto e
la mancata risposta quando li si chiama».
Che
cosa fare?
«Se si sospetta una perdita di udito bisogna
far visitare il bambino da un otorino o da un audio fonologo ed eseguire una
valutazione audiometrica associata ad altre indagini che suggerirà lo
specialista in base all’età del piccolo e al tipo di perdita uditiva
sospettata. La maggior parte dei bambini con ipoacusia ha un udito residuo utilizzabile
e, già a partire dai tre mesi di età, può essere considerato l’uso di protesi
acustiche. Nei bambini con sordità profonda e grave dovuta a un difetto del
labirinto (coclea) può inoltre essere preso in considerazione il ricorso
all’impianto cocleare. Infine, nelle perdite uditive legate a forme catarrali
croniche, meno insidiose, ma tanto diffuse, si può contare su diversi approcci
che vanno dai lavaggi nasali alle cure termali o, secondo l’indicazione dello
specialista, a manovre per la liberazione delle tube di Eustachio
(insufflazioni endotimpaniche) fino all’intervento chirurgico (adenoidectomia,
miringocentesi, applicazione di tubi di ventilazione)»
È fondamentale lo screening
alla nascita, ma sono importanti anche successivi controlli
Corriere della Sera, 24
febbraio 2013, pag, 59
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