Come abituare i bambini a mangiare sano


di Luca Bernardo

  
Ci eravamo lasciati parlando di un periodo molto delicato per la nutrizione, il divezzamento, cioè l’introduzione delle pappe. Questo avviene generalmente dopo il quinto/sesto mese di vita iniziando con l’introduzione di carni e frutta, e continuando con pasta, anche con glutine, semolino e riso, ma anche yogurt, formaggi e legumi. È importante che i bambini che hanno bisogno di avvicinarsi agli alimenti vengano coinvolti nella preparazione dei piatti avvicinandoli ai nuovi profumi e sapori. L’alimentazione gioca un ruolo molto importante nella prevenzione, sia di uno stato di malnutrizione sia di patologie sia di allergie e intolleranze. A questo proposito è bene soffermarsi sulla
promozione di una vita attiva (gioco, sport) e di abitudini alimentari sane nei bambini, come ricorda la dottoressa Lisa Mariotti, che si occupa di alimentazione e tecnologia alimentare: le modificazioni delle abitudini alimentari devono innanzitutto essere graduali per poter ottenere un riscontro positivo da parte del bambino, e non imponenti o drastiche, altrimenti si rischia di incorrere in un effetto opposto e quindi negativo.

  L’attività fisica, e parallelamente lo sport, più ludico nei bambini in età prescolare e più sportivo e agonistico nei bambini in età scolare, deve essere praticata con regolarità circa 2-3 volte alla settimana; tra gli sport dove si consuma più energia troviamo corsa, judo, pallacanestro, sci e tennis. La dieta deve essere costantemente sana ed equilibrata, per questo
motivo alcuni alimenti devono essere utilizzati con più frequenza, come ad esempio frutta e verdura ma anche pasta, riso e pane, e altri invece più sporadicamente, come i grassi e i dolci, ma anche i latticini. È importante per ogni bambino, e soprattutto per quelli in età scolare, non demonizzare ma anche non alimentarsi esclusivamente di snack, spesso a portata di mano nei distributori automatici, perché troppo ricchi di grassi e zuccheri semplici. Come sostituenti si possono trovare alimenti chiamati di quarta gamma nei supermercati, come una confezione di carote già lavate, sbucciate e pronte al consumo in porzioni monouso. Anche per i bambini è importante suddividere l’apporto energetico giornaliero in 5 pasti e, dal punto di vista calorico, le percentuali possono essere suddivise in: 15% per la colazione, 5% per lo spuntino di metà mattina, 40% per il pranzo, 10% per la merenda pomeridiana, e 30% per la cena. È consigliabile non far intraprendere altre attività (tv, libri, giocattoli) al bambino mentre sta mangiando, in modo che possa concentrarsi sugli alimenti che gli vengono proposti e valutarne composizione, odori e sapori. Un ruolo determinante per la nutrizione dei bambini è quello dei genitori, che devono porre attenzione sia al comportamento dei figli sia al proprio, per dare il buon esempio e avere regole alimentari corrette per tutta la famiglia.

  Un’attenzione particolare, riferisce la dottoressa Mariotti, deve essere data anche agli anziani, che possono incontrare carenze nutrizionali a causa di una perdita sia dell’appetito sia del funzionamento dei recettori sensoriali, i quali inducono una riduzione nella frequenza e nelle quantità dei pasti, ma anche di patologie acute o croniche. Inoltre durante l’invecchiamento si riscontra una condizione di alterata composizione corporea che può arrivare ad uno stato di denutrizione proteica associata a sovrappeso: si avrà una perdita di massa magra e un aumento della sola massa grassa. A peggiorare il quadro vi è uno stato di osteoporosi, ovvero una perdita di massa ossea che predispone il soggetto a un maggior rischio di fratture. Soprattutto a rischio l’universo femminile, nel periodo peri -e post- meno pausale dove la situazione ormonale (per l’assenza di estrogeni) predispone al riassorbimento del tessuto osseo, ed è più veloce rispetto all’uomo. Un’aumentata attività fisica, in tutte le fasce di età, facilita, oltre tutto, il mantenimento del tessuto osseo.

*Direttore Dipartimento materno Infantile

AO Fatebenefratelli e Oftalmico

Libero, 13 aprile 2013, pag, 20

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