Piccoli tiranni (non) crescono

Aldo Naouri
Piccoli tiranni (non) crescono
Codice Edizioni, pag.248, Euro 23,00



 IL VOLUME – Siamo sicuri che essere troppo permissivi e condiscendenti con i bambini piccoli sia la strada giusta da seguire? Aldo Naouri sostiene che oggi, in realtà, questo approccio educativo stia arrecando alle nuove generazioni più danni che benefici. I bambini crescono prepotenti e tirannici ma anche fragili, incapaci di affrontare le difficoltà della vita cui rispondono con comportamenti violenti e autodistruttivi. Educare un figlio significa offrirgli una guida, amorevole e severa. Significa capirne le inclinazioni, non assecondarne i capricci. Insomma, i genitori devono imparare a dire di no, e a riprendersi il ruolo, spesso scomodo ma indispensabile, di educatori. Piccoli tiranni (non) crescono offre a padri e madri una guida teorico-pratica in cui aneddoti e riflessioni si alternano a consigli tratti dalla quotidianità, dal rapporto con il cibo al rispetto degli altri, dall’asilo nido ai primi distacchi dal bambino.

«Dottore, come posso far capire alla bambina che è ora di andare a letto quando mi dice che vuole continuare a guardare la televisione?».
  «Basta spegnere la televisione, signora».
  «Dottore, mai lei la riaccende!».       
Leggendo questo dialogo si direbbe che la madre abbia a che fare con un’adolescente ribelle.  La bambina di cui
parla ha ventitré mesi, e pesa meno di dieci chili.
 
  UN BRANO - “Gli incoraggiamenti – e i complimenti
Ecco manifestazioni meno semplici da maneggiare di quanto si pensi. Se gli incoraggiamenti possono essere dispensati ampiamente e senza timore di eccedere, i complimenti devono essere distribuiti con consapevolezza e in modo parsimonioso.
 Incoraggiare significa, tramite l’uso di parole a cui il bambino abbia conferito un forte significato, spingerlo a vincere le paure e le inibizioni, rassicurandolo che si è lì per aiutarlo in caso di difficoltà. Significa spronarlo a lasciare una posizione e a sacrificare un piccolo piacere per acquistarne uno maggiore, guadagnando una nuova posizione. Non bisogna dimenticare che lui adora imparare e fare progressi, e che al tempo stesso ne ha paura, soprattutto per il senso di lealtà verso la madre che immagina (talvolta a ragionare!) voglia tenerlo nello stato in cui si trova. Questo fatto è stato dimostrato in un documento del ricercatore Hubert Montagner in un asilo nido: due squadre composte dai bambini insieme ai genitori, una vestita di blu e l’altra di rosso, sono state filmate separatamente. In presenza dei genitori vestiti di rosso si vedevano i bambini vestiti dello stesso colore impegnarsi in attività molto banali, mentre quelli vestiti di blu si avventurano sulle slitte, per le scale e nella piscina con le bolle, basta sostituire i genitori vestiti di rosso a quelli vestiti di blu per vedere tali attività invertite; quando tutti i genitori sono presenti, i bambini non si avventurano più da nessuna parte.
  Complimentarsi ha un significato molto diverso per il bambino. La cosa lo lusinga, rafforza il suo narcisismo e il suo autocentrismo. Non bisogna dunque lodarlo per la realizzazione di attività che s’inseriscono nel normale corso della vita, anche se per il bambino si tratta della prima volta: estasiarsi davanti a una “una bella pupù” nel vasino non solo non ha senso, ma significa conferirle un valore che non ha: facciamo altrettanto per la nostra caca? Invece si può dire al bambino che è così che dovrà fare d’ora in poi, senza parlare di “bene” o “male”. I complimenti devono intervenire solo se il bambino prende l’iniziativa o in circostanze eccezionali: per esempio se offre il suo aiuto a un bimbo più piccolo di lui che è caduto a terra, o se raccoglie un giocattolo per restituirglielo, se ringrazia senza che qualcuno gli abbia detto di farlo. In una parola, per tutto quello che contribuisce a creare una relazione positiva e costruttiva con l’altro”.


  INDICE DEL VOLUME - Prefazione – Prima Parte – Capitolo 1. Dov’è il problema – Capitolo 2. Cos’è un bambino – Capitolo 3. Cos’è un genitore? – Capitolo 4. Che cosa ostacola l’educazione? – Seconda parte –Qualche precisazione – Capitolo 5. L’educazione inizia nella culla – Capitolo 6. Insegnare l’altro – Capitolo 7. Sé e lui – Per concludere – Approfondimenti – Ringraziamenti.

  L’AUTORE -  Aldo Naouri, pediatra e analista, francese dell’attività professionale affianca da due anni quella di apprezzato saggista. Nei suoi libri ha analizzato le dinamiche interne della famiglia contemporanea, individuando punti di forza, debolezze e tendenze: Le figlie e le loro madri (Einaudi.1999)  Padri e madri. (Einaudi, 2005) e Adulteri (Codice edizioni, (2005).

Nessun commento:

Posta un commento