Per il Patriarca di Mosca
indispensabile il sostegno alle donne in gravidanza
Mosca, 12. È anche dal numero degli aborti
che si giudica lo stato morale di una società: ad affermarlo è il Patriarca di
Mosca, Cirillo, che il 7 gennaio, giorno cioè del Natale ortodosso, ha fatto
visita a una clinica della capitale russa. «Quando, in un reparto di maternità,
il medico pone la domanda “Interrompiamo la gravidanza?”, spinge la donna ad
abortire», ha detto Cirillo rivolgendosi a pazienti, dottori e infermieri. Per
il Patriarca, l’aborto «è un crimine, non solo morale ma contro l’uomo, contro
la persona, poiché il Signore ha predestinato la donna a mettere al mondo un
figlio. È, forse, la sua principale finalità, senza la quale non potrebbe
esistere il genere umano. E se per nostra volontà perversa interveniamo,
sconfiniamo nel campo divino riguardante la donna; se ci intestardiamo a
cambiare le cose, causeremo un torto immenso distruggendo la persona umana e i
rapporti nella società»
Il primate della Chiesa ortodossa russa ha
ricordato che, secondo alcune stime, la Russia si trova purtroppo fra i Paesi
dove si praticano più aborti: nel 2004 si sono registrati circa 1.600.000
interruzioni volontarie di gravidanza contro 1.500.000 nascite e nel 2008, dopo
una lieve inversione di tendenza, ancora settanta due aborti ogni cento
nascite. Il Patriarcato di Mosca è ovviamente in prima fila nella battaglia
contro il calo demografico (negli ultimi dieci anni la Russia ha “perso” quasi
cinque milioni di abitanti). Per questo Cirillo ha tenuto a ringraziare di
persona il personale del reparto di maternità, per l’opera di dissuasione
dall’interrompere la gravidanza: «Se in ogni clinica si persuade la donna a
lasciar nascere il bambino e che, grazie alla scienza contemporanea, i medici
faranno di tutto affinché il piccolo venga al mondo e aiuteranno la mamma a
occuparsi del figlio, anche in caso di salute complicata, allora credo che il
clima morale nella nostra società cambierà di pari passo».
Cirillo, rispondendo alle domande di alcuni
giornalisti, ha sottolineato che nel Paese esistono una cinquantina di
case-rifugio per donne; le ospiti sono in parte giovani mamme che hanno scelto
di non interrompere la gravidanza e che, proprio per questo, si trovano in
condizioni di vita difficili, soprattutto dal punto di vista economico. In
questi ricoveri, ha spiegato il Patriarca di Mosca, le donne possono
soggiornare qualche anno, vengono accompagnate nell’inserimento nella società e
viene fornito loro un aiuto finanziario. Sono stati inoltre aperti una serie di
consultori per donne incinte. «Se la futura madre — ha continuato — esprime a
un tratto il desiderio di interrompere la gravidanza, consulenti appartenenti
alla Chiesa cominciano a lavorare con loro. Ed essi, nella maggioranza dei
casi, riescono a salvaguardare la vita del nascituro. Collaboriamo in questo
campo assieme alle istituzioni statali e alle forze sociali e riteniamo che si
tratti di una direzione importante del lavoro. Faremo del nostro meglio per
svilupparla», ha assicurato il primate della Chiesa ortodossa russa.
Nel gennaio 2011 Cirillo consegnò
all’amministrazione statale una serie di proposte in tema di politica
familiare. Tra esse, la richiesta che le spese per l’aborto non fossero più
coperte dal sistema sanitario nazionale e l’obbligo di informare la donna di
tutte le conseguenze negative di una interruzione di gravidanza.
L’OSSERVATORE ROMANO, 13
gennaio 2013, pag, 5
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